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Ripensare le politiche sociali, alla luce di un nuovo welfare ‘generativo’ e non più solo ‘assistenziale’, promuovere un cambio di paradigma, in cui le persone più fragili della società possano diventare risorse sociali e non essere più passivi fruitori di sussidi pubblici. Questo è in sintesi lo scopo dell’Officina del pensiero sociale (Ops), presentata oggi a Trento dal presidente della sezione del Trentino Alto Adige del Comitato nazionale comunità accoglienza (Cnca), Vincenzo Passerini. Il Cnca, nato negli anni Ottanta su iniziativa di don Ciotti e don Dante a Trento, si occupa di sostegno alle fasce fragili della società: famiglie in difficoltà, minori con disagi fisici o psichici, tossicodipendenti, indigenti, disabili. “Non esiste più il welfare del passato, né in Italia, né in Europa – ha argomentato Passerini – e siamo costretti a trovare nuove strade, perché quello che ci aspetta sono tagli lineari su servizi ancora importanti e necessari, perché sono in aumento le persone bisognose”. Il cantiere dell’Officina del pensiero sociale intende pertanto promuovere momenti di confronto sulla riforma del welfare, iniziando dalla comunità regionale per passare poi a livello nazionale. Per il momento a farne parte sono dieci associazioni, che contano su un bacino di oltre 3.000 persone, tra dipendenti, operatori e volontari. Si tratta per lo più di cooperative sociali, tra cui Villa Sant’Ignazio, la cooperativa ‘Il Punto d’incontro’ e la cooperativa bolzanina ‘Volontarius’. Tra gli scopi di Ops c’è anche la formazione del personale “indispensabile per il cambio di passo – ha spiegato Passerini- che richiedono oggi nuove politiche sociali. Il Cnca si pone quindi come interlocutore nel tavolo di confronto con le istituzioni e le categorie economiche per ridisegnare il welfare territoriale” (ANSA).
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