«Un buon cattolico si immischia in politica offrendo il meglio di sé perché il governante possa governare. Qual è allora la cosa migliore che noi possiamo offrire ai governanti? È la preghiera! Prega per lui, prega per lei, perché possa governare bene, perché ami il suo popolo, perché serva il suo popolo, perché sia umile!».
Il commento di Papa Francesco al Vangelo del centurione si è concretizzato in una veglia di preghiera per i candidati alle prossime elezioni comunali e per gli amministratori.
L’inedita iniziativa è stata promossa il 9 febbraio scorso dal decanato di Ala in collaborazione con la Pastorale sociale e del lavoro al termine del percorso di educazione alla cittadinanza responsabile.
Tra gli spunti offerti per la riflessione “Il bene comune e la pace sociale” tratto dall’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Bergoglio. “L’invito del Papa – spiega il delegato della pastorale don Rodolfo Pizzolli – arriva al cuore sia della proposta cristiana sia delle problematiche profonde che la comunità internazionale vive nella politica, nell’economia, nelle relazioni affettive. L’enciclica sollecita a trovare vie nuove”. E la veglia di preghiera è senz’altro un’idea nuova. “E’ una proposta nuova nell’imminenza delle amministrative – aggiunge don Pizzolli – come san Paolo nelle sue lettere in diversi passi ci invita a pregare per i governanti anche noi come pastorale e scuola di formazione politica abbiamo pregato perché i politici sappiano perdere ogni forma di narcisismo e di interesse personali, preoccupandosi invece di avviare processi di riforme e politiche a servizio del bene comune e della persona nella sua visione integrale”.
Ad animare il momento di preghiera nella chiesa di San Giovanni il coro Gaudium di Ala. L’iniziativa si affianca alla ormai pluridecennale ora del Comun, animata dai politici e dagli amministratori, in occasione delle Quarantore in Cattedrale, la domenica delle Palme.
Intanto, proseguono i corsi di formazione alla responsabilità e all'impegno sociale e politico
promossi sul territorio dalla Scuola diocesana per la politica, l'economia e il sociale “Riscontriamo da parte delle comunità una ripresa di coscienza che il cristiano deve essere luce del mondo e sale della terra” conclude don Rodolfo Pizzolli.
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