“L'Europa deve creare canali umanitari sicuri”, rimarca ai microfoni di Trentino inBlu Berardino Guarino, direttore del Centro Astalli di Roma. “Parliamo di persone che scappano da situazioni di guerra e violenza e le costringiamo a viaggi avventurosi”.
L’operazione Mare Nostrum è stata interrotta.
“Ed è stata sostituita dall'operazione Triton, sicuramente inadeguata. Se non ci attrezziamo diversamente, a primavera si ripeteranno altre stragi. E non potremo dire che non lo sapevamo”.
Si moltiplicano i segnali di insofferenza, di rifiuto verso i migranti, rifugiati e richiedenti asilo.
“Ripeto, sono persone che scappano da guerre e persecuzioni. In nome dei diritti umani l'Europa e l'Italia non possono che accoglierle. E' stato fatto un accordo per suddividere queste persone su tutto il territorio italiano, in proporzione al numero degli abitanti. Può essere l'occasione per mostrare il volto di un'Italia accogliente e capace di mettere al centro la dignità delle persone”.
Nel parlare dei fenomeni migratori, quanto conta il linguaggio, l'uso di certi termini piuttosto che di altri?
“C'è chi usa un certo linguaggio in malafede, per fomentare la paura delle persone, quasi che le nostre paure possano fermare chi scappa dalle guerre, cercando di mettere in salvo la propria famiglia. Ma questi non si fermeranno mai”.
Come avviare percorsi di comprensione?
“Per comprendere e far comprendere quello che è loro accaduto, possiamo raccontarne le storie: il racconto delle storie dei migranti può essere la chiave per capire chi abbiamo di fronte e che cosa possiamo fare noi”.
Forse andrebbero indagate meglio le ragioni alla base dei conflitti.
“Guerre e conflitti finiscono spesso per essere presto dimenticati. Ci siamo già dimenticati di quello che accade in Siria. Eppure dalla Siria sono uscite più di 3 milioni di persone, e l’esodo ancora continua. Dovremmo occuparci un po’ meno di qualche soubrette e un po’ di più di quello che accade. Anche per colpa nostra: perché a causare queste guerre ci sono interessi economici di cui i nostri Paesi spesso sono portatori”.
Qual è lo specifico della proposta di accoglienza dei Centri Astalli?
“Primo: stare con i rifugiati; solo stare con le persone ti permette stabilire una relazione efficace per entrambi. Secondo: offrire dei servizi. Terzo, farsi loro voce, svolgendo un’attività di advocacy, di protezione, per cui noi diventiamo inutili e sono la società civile e lo Stato che si fanno carico di queste tematiche e agiscono di conseguenza”.
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