Non dobbiamo avere paure di rinnovare le strutture che ci impediscono di ascoltare il grido di quanti attendono il Vangelo: è quanto ha detto il Papa alla plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata giovedì 27 novembre, alla vigilia dell’apertura dell’Anno della Vita Consacrata (30 novembre 2014-2 febbraio 2016). Il tema dell'incontro: “Vino nuovo in otri nuovi”.
“Non dobbiamo avere paura di lasciare gli ‘otri vecchi’: di rinnovare cioè quelle abitudini e quelle strutture che, nella vita della Chiesa e dunque anche nella vita consacrata, riconosciamo come non più rispondenti a quanto Dio ci chiede oggi per far avanzare il suo Regno nel mondo: le strutture che ci danno falsa protezione e che condizionano il dinamismo della carità; le abitudini che ci allontanano dal gregge a cui siamo inviati e ci impediscono di ascoltare il grido di quanti attendono la Buona Notizia di Gesù Cristo”.
Il Papa ha elencato le “aree di debolezza che è possibile riscontrare oggi nella vita consacrata”: la resistenza di alcuni settori al cambiamento, la diminuita forza di attrazione, il numero non irrilevante di abbandoni: “E questo mi preoccupa! Dice qualcosa riguardo alla selezione dei candidati, alla formazione dei candidati e poi al mistero di ogni persona, ma queste due cose prima dobbiamo valutarle bene”.
C’è poi “la fragilità di certi itinerari formativi, l’affanno per i compiti istituzionali e ministeriali a scapito della vita spirituale, la difficile integrazione delle diversità culturali e generazionali, un problematico equilibrio nell’esercizio dell’autorità e nell’uso dei beni”.
“Mi preoccupa anche la povertà, eh! – ha proseguito Francesco – Io faccio pubblicità della mia famiglia, ma Sant’Ignazio diceva che la povertà è la madre e anche il muro della vita consacrata. È madre la povertà, dà vita, e il muro protegge dalla mondanità”.
Il Papa ha poi indicato alcuni criteri orientativi: “l’originalità evangelica delle scelte, la fedeltà carismatica, il primato del servizio, l’attenzione ai più piccoli e fragili, il rispetto della dignità di ogni persona”. E ha sottolineato l’importanza della preghiera: “Noi consacrati siamo consacrati per servire il Signore e servire gli altri con la Parola del Signore, no? Ma dite ai nuovi membri, per favore, dite che pregare non è perdere tempo, adorare Dio non è perdere tempo, lodare Dio non è perdere tempo. Se noi consacrati non ci fermiamo ogni giorno davanti a Dio nella gratuità della preghiera, il vino sarà aceto”.
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