Quel 28 giugno a Sarajevo

Nel giorno del 1914 in cui scoppiò il conflitto mondiale partono le iniziative per ricordare

A Sarajevo, alle ore 10,50 di domenica 28 giugno 1914 Gavrilo Princip ammazzava a pistolettate l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia. Un mese dopo, l’Impero austro-ungarico dichiarava guerra alla Serbia. Da lì a pochi giorni l’Europa sarebbe stata in fiamme. Deflagrava, in un’escalation inarrestabile, la Grande Guerra. Giusto ad un secolo dalla miccia a cui bastarono poche decine di giorni per far esplodere il mondo, il Trentino darà il via alle iniziative a ricordo del Centenario, che andranno avanti fino al 2018. Alle ore 10,50 di sabato 28 giugno, alla Campana della pace, sul colle di Miravalle a Rovereto, un reading di letture e musica riporterà a quel giorno. Ideato dal giornalista e scrittore Paolo Rumiz, “A Sarajevo il 28 giugno” prende a prestito alcune pagine dell’omonimo splendido romanzo in versi del giornalista, traduttore e scrittore Gilberto Forti (scomparso nel 1999) in cui personaggi immaginari raccontano la realtà di quei momenti. Il Quartetto d’archi del Teatro lirico di Trieste accompagnerà il recital. La sera, alle 20,30 al Teatro Sociale di Trento, con diretta su Rai5, l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai eseguirà un lavoro commissionato per l’occasione a Nicola Piovani, il compositore premio Oscar per la colonna sonora del film “La vita è bella” di Roberto Benigni. Questo, come altri appuntamenti, troveranno spazio anche sulle reti radiofoniche della Rai. Sempre il 28 giugno sarà inaugurata alle Gallerie di Piedicastello la mostra “I trentini nella guerra europea (1914-1920)” allestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino che rimarrà aperta per cinque anni. Perché il Trentino, allora provincia dell’Impero, entrò subito in guerra. Tra i 55 e i 60 mila suoi uomini indossarono la divisa austro-ungarica e furono mandati a combattere sul fronte orientale, in Galizia, contro i Russi. Più di 11mila e 400 morirono, circa 12mila vennero fatti prigionieri e tornarono dopo anni. Oltre 70mila tra donne, anziani e bambini furono sfollati nelle province dell’Impero, dalla Moravia alla Boemia, nel momento in cui il Regno d’Italia, nel 1915, dichiarò guerra all’Austria e il Trentino divenne linea del fronte. Con l‘avanzata dell’esercito italiano, altri 35 mila patirono il rastrellamento, condotti nel Regno. In circa 700, gli irredenti, passarono il confine per vestire la divisa italiana. In Provincia, nel corso della presentazione, l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini ha detto che “non si intende celebrare, ma commemorare”. Camillo Zadra, direttore del Museo della guerra di Rovereto, ha sottolineato che “lo scoppio della Grande Guerra somiglia al varo di una nave preparata nel corso di lunghi anni”. Forti, trincee e cimiteri recuperati. Sentiero della pace, dallo Stelvio alla Marmolada, in corso di sistemazione. Ricerche storiche ad hoc. Promozione del turismo scolastico. Eventi e concerti a iosa. Un portale web di riferimento (www.trentinograndeguerra.it). E’ la carta da visita del Trentino per il Centenario.

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