Le piante medicinali curano vari tipi di patologie e possono dare grandi benefici: è bene che chi lavora in farmacia ne conosca le potenzialità.
Dott. Morelli, a che cosa servono le piante in farmacia?
Sono molto importanti. Le piante medicinali curano vari tipi di patologie e possono dare grandi benefici; è bene allora che chi lavora in farmacia ne conosca le potenzialità e ne possa consigliare l’utilizzo. Alla passione è importante abbinare sempre una buona conoscenza scientifica.
Quando le è nata questa passione?
Ancora nel 1942, quando mio padre Tullio avviò la farmacia in Pinè e mi portava nei prati dell’altopiano a conoscere le piante che lui aveva studiato a Graz. Poi la passione si è raffinata in tanti anni e mi sono trovato a frequentare molte altre valli del Trentino.
Ci sono piante che possono curare anche più malattie?
Alcune hanno proprietà depurative e agiscono sia sui reni che sul fegato, come la bardana, il carciofo, il cardo mariano. Sono anche molto richieste.
In questo periodo di inizio primavera a quali piante fare attenzione?
Al tarassaco (il dente di cane) e la primula, che sono piante diuretiche e depurative. Un’ altra pianta importante tutto l’anno è l’ortica che ha mille proprietà: depurativa, disintossicante, emopoietica, antidiabetica. E’ una pianta amica.
Altre piante che possiamo trovare in inverno?
L’uva ursina o il mirtillo rosso, che hanno priorità disintossicanti e diuretiche, e l’erica che vive in simbiosi con queste piante.
Ha mai trovato piante rare?
Sì, ad esempio la Drosera rotundifoglia, una pianta grassa che sa catturare gli insetti e mangiarli direttamente.
Ci può spiegare come avviene la lavorazione?
Dopo la raccolta, si ottengono le tinture madri o le tisane. Si possono usare tecniche come infusione nell’acqua calda, oppure come decotto o macerazione. Ci si deve sempre muovere seguendo però il consiglio dell’esperto.
Qual è la differenza fra le erbe e le medicine tradizionali?
Anche la fitoterapia segue la medicina tradizionale. Se un cliente sta assumendo altre medicine, il farmacista deve tenerne conto. Perché altrimenti potrebbe fare danni.
Quanti collaboratori la aiutano?
Nella farmacia di Pinè ci sono altri quattro farmacisti e quattro dipendenti. Cerco di infondere in loro la mia passione e avrei piacere che portassero avanti quest’attività. Il prossimo anno anche mio nipote si laurea in farmacia.
Lei pubblica delle schede divulgative?
Sì, consiglio una pianta ogni mese a seconda del periodo dell’anno. Ho scritto anche qualche libro, ma la maggior parte delle mie conoscenze sta qui dentro, nella testa.
Qualche situazione grave in cui si è imbattuto?
Penso a qualche caso di persone che hanno scambiato una pianta come un altra, intossicandosi. Ho chiamato quindi il 118 ed è finita bene.
È aumentato l’utilizzo delle piante officinali?
E’ cresciuta la cultura. La gente ha capito l’importanza di conoscere la pianta officinale prima di usarla. Se vuol saperne di più poi viene in farmacia e s’informa ulteriormente.
Alcune piante possono fermare i tumori?
No, a questo livello non ci sono molte conoscenze purtroppo, direi che è meglio affidarsi alle terapie dei medici.
E nel caso di un forte mal di denti?
Consiglio l’olmaria che – come il pioppo – contiene acido acetilsalicilico che può essere molto utile. Per un mal di testa invece è indicata la menta con l’asperula.
Quante piante ha sempre a sua disposizione?
In farmacia ne teniamo 150 circa e le usiamo abitualmente.
È possibile confondere le piante fra loro?
All’inizio può capitare, ma con lo studio e l’esperienza ti rendi conto che ci sono diversità molto particolari fra una pianta e l’altra.
Lei organizza anche passeggiate didattiche?
Sì, si tratta di uscite nei prati e nei boschi di Pinè per i ragazzi della scuola nel mese di maggio o per i turisti d’estate. Vedere le piante nel loro ambiente naturale è molto meglio che osservarle sui libri o in laboratorio.
Le sono stati più utili gli studi o l’esperienza sul campo?
E’ stato importante studiare la botanica durante l’università, poi ho cercato di tenermi aggiornato costantemente. Ero affascinato allora e resto innamorato anche oggi da questo tipo di lavoro che spesso aiuta le persone a guarire. Dobbiamo poi ammettere che il nostro Trentino ha una natura ricchissima e una grande varietà di piante. Così posso insegnare a godere della bellezza della nostra terra.
Lei usa Internet per la sua attività di erborista?
I mie collaboratori sì, ma io ho 82 anni e alla sera mi addormento se mi metto al computer. Per me poi sarebbe una perdita di tempo: preferisco scrivere i miei appunti sulla carta.
A cura della classe V della scuola elementare Maria Bambina
La scheda:
Nome: Giuseppe
Cognome: Morelli
Segni particolari: È stato fra i protagonisti della promozione turistica dell’altopiano di Pinè
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