Alcuni amici ricordano don “Seve”, loro cappellano a San Giuseppe
"Siamo servi inutili, diceva di se stesso, e un prete è come un albero: la corteccia è la spiritualità, ma il tronco, da cui dipende la stabilità, i rami e i frutti sono il segno della maturità e della sua umanità: se non c'è l'uomo, non c'è il prete".
Negli ultimi mesi segnati dalla malattia mons. Severino Visintainer esprimeva spesso la gratitudine al Signore per le persone incontrate durante la sua vita: quest'atteggiamento di riconoscenza chi va oltre la morte è la prima eredità dell'ex vicario generale della diocesi (dal 1975 al 1995) testimoniata nell'omelia funebre da mons. Lauro Tisi che ha interpretato anche l'apprezzamento dei numerosi confratelli e discepoli – oltre un centinaio presenti in Duomo giovedì scorso – e di tanti laici.
Abstract.
Domani alle 10 in Duomo, alle 1430 a Romeno, seguirà la sepoltura a Salter, suo paese natale.