Ci stanno un maiale cinese, un pomodoro italiano, un sacco di soia brasiliano e un tonno dei Paesi Baschi. No, non è l'inizio di una barzelletta, ma la realtà di un mercato agroalimentare mondiale che scommette sull'aumento della popolazione mondiale per macinare profitti. A spese dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori.