“No allo streaming. Tutti i film della Mostra si vedranno in sala” (solo il concorso Venice Vr Expanded sarà in Rete mentre Venezia classici è in programma in questi giorni a Bologna e la sezione “Sconfini” è rimandata a tempi migliori, ndr ). Il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, non ammette repliche. E il festival veneziano, dal 2 al 12 settembre, per quanto leggermente ridotto rispetto alle edizioni precedenti, sarà la prima grande rassegna cinematografica internazionale a “riaccendere” gli schermi nell’era del virus.
Con tutte le misure anti Covid che a elencarle ci vorrebbe una pagina e che comunque dovrebbero permetterne lo svolgimento in tutta sicurezza. Ce lo si augura e comunque il condizionale è d’obbligo. Quindi: distanziamento fisico (smettiamola di definirlo sociale), mascherine obbligatorie (almeno fino a quando non ci si siederà in sala), controllo della temperatura prima di accedere all’area della Mostra, biglietteria esclusivamente online. E avanti così. In più: l’aumento delle repliche di ciascun film, l’allestimento di un paio di arene all’aperto oltreché l’utilizzo di altre sale.
“Il cuore della Mostra è salvo. Oltre 50 i Paesi rappresentati. Nel contesto attuale – aggiunge il direttore della Mostra, Alberto Barbera – la decisione di realizzare la 77a edizione della Mostra del cinema è vissuta come un segnale di fiducia e di concreto sostegno del mondo del cinema e dell’industria audiovisiva duramente colpiti dalla diffusione del virus e dalle sue drammatiche conseguenze”.
Un contesto che, presumibilmente, porterà a Venezia meno gente in confronto agli anni passati per via dei tanti divieti all’ingresso in Italia per chi arriva da diversi Paesi ancora in piena pandemia, tra cui gli Stati Uniti, ma non solo. Già la preapertura, l’1 settembre, darà il “segno” ad una Mostra ai tempi del virus. Visto che sarà proiettato il doc “Molecole” del veneziano Andrea Segre (che in Trentino girò “La prima neve”), realizzato in Laguna durante il lockdown.
Diciotto i film in concorso, tra cui gli ultimi lavori di Emma Dante, Michel Franco, Amos Gitai, Andrei Konchalovsky, Susanna Nicchiarelli e Gianfranco Rosi. Ben 20 quelli fuori concorso, compresa la “pellicola” di apertura, “Lacci” di Daniele Luchetti.
C’è poi uno “spicchio” di Trentino nella Settimana della critica, sezione autonoma del festival dedicata alle opere prime ed organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici (Sncci). L’esordio, il 2 settembre, spetta al fantasy, tra passato e presente, “The book of vision”, dell’italo-svizzero Carlo S. Hintermann. Una produzione girata (anche) tra castel Pietra a Calliano, la parte arcense dei monti Lessini, castel Campo (Campo Lomaso), Stenico e il lago di Levico in Valsugana.
Per i dettagli sulla Mostra l’indirizzo del sito a cui fare riferimento è https://www.labiennale.org/it/cinema.
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