Mente si chiude nel chiostro della cattedrale di Perugia il lungo pomeriggio di preghiera e di festa, con i gruppi trentini di Pinzolo, Rovereto e Terragnolo a scattare le foto ricordo con il “loro” arcivescovo, resta lo stupore per come don Ivan, figlio della nostra terra, e stato accolto in città. “Lo sentiamo già come un dono”, ci ha detto la presidente della Regione, “è scattata una sintonia immediata”, confida il sindaco. Ma la cronaca della giornata (si veda il sito diocesano) è segnata dal riconoscimento alle radici trentine: dalla famiglia, citata per prima nel saluto finale di Maffeis, alle comunità parrocchiali, al Seminario, a Vita Trentina…e via ringraziando, per dire come questo dono ad una Chiesa è frutto di un’altra Chiesa.
Con i tratti della mitezza e della tenacia, evidenziata dal card. Bassetti e dall’arcivescovo Tisi nel dono delle reliquie. “Siamo decisi a favorire uno scambio fra le Chiese che potrà arricchirci reciprocamente” ha annunciato Tisi, trovando riscontri immediati. “Don Ivan rimane don Ivan, anche con il pastorale”, hanno detto in molti e la capacità del nostro ex direttore di creare ponti di comunione a partire dall’ascolto delle persone favorirà questo proposito.
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