Che nel 2020 il Natale non avrà le caratteristiche esteriori di qualsiasi altro anno, lo si era capito da tempo. Così anche in Alto Adige. E non si tratta solo dell’assenza dei tradizionali mercatini (tradizionali per modo di dire, dato che la loro introduzione è avvenuta solo negli ultimi trent’anni). Vigono in provincia di Bolzano, come ovunque, le regole che limitano gli incontri tra le persone, cosa che impedirà qualche festa e qualche cenone. Ma il Natale in quanto tale, ovvero la realtà di un Dio che entra personalmente nella storia umana, non potrà essere cancellato da nessun virus e da nessun decreto o ordinanza.
Semmai può essere vero il contrario: la situazione di crisi costringe a una riflessione profonda sul significato autentico delle cose.
Il vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser ha suggerito di vivere l’Avvento all’insegna della preghiera dell’Angelus. “Proprio questa fase segnata dal coronavirus – con le sue tante incertezze, opinioni, voci, richieste e paure – ci invita a prenderci consapevolmente tempo per la preghiera. L’Angelus si può pregare ovunque: in cucina, in autobus, in macchina, durante una passeggiata, in una sala d’attesa, nella preghiera ai pasti, in una riunione…, da soli o insieme agli altri, a voce alta o in silenzio. È una spiritualità della vita quotidiana”.
Nella penombra della sua casa di Nazareth Maria riceve l’annuncio. Una proposta a cui risponde aprendo il cuore al “Verbo che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi”. Eccolo qui il messaggio del Natale. L’Avvento in modalità Covid-19 è tempo opportuno per la preghiera. Pregare significa fermarsi (“interrompiamo ciò che stiamo facendo in quel momento” e “ci orientiamo verso Dio”), ascoltare (“Prima ancora di concepire nel suo grembo materno, concepì attraverso l’orecchio”, dice Sant’Agostino di Maria), dare risposta (“Maria ha risposto dando il suo sì, non sapendo a cosa andava incontro, ma fiduciosa”), fidarsi (“Non è un destino cieco a governare la nostra vita”), accettare la missione di Dio (“Il miracolo dell’incarnazione avviene dove il sì di Dio e il sì dell’uomo si incontrano”).
Anche la Consulta delle aggregazioni laicali e il Katholisches Forum invitano a volgere lo sguardo verso il contenuto autentico del Natale. “L’anno 2020 che stiamo per terminare è stato un anno molto difficile per tutti, che reclama un momento di pausa e di riflessione responsabile”.
“La pandemia in atto ci riporta all’essenzialità e alla premurosa attenzione verso il prossimo per intercettare le sue fragilità e le sue paure. Più che mai ora è attuale il messaggio evangelico che si basa sull’amore reciproco e sul fare all’altro quello che vorresti fosse fatto a te. In pieno lockdown, dove tanta gente si trova in difficoltà e non sa come proseguire e metter insieme il pranzo con la cena, anche il Natale che si avvicina non potrà essere un Natale normale”. Le aggregazioni laicali della diocesi altoatesina vedono i cristiani “chiamati a festeggiare un nuovo Natale, anzi il perenne Natale di Cristo con occhi e cuore nuovi: non nell’egoismo e nel consumismo, ma nella sobrietà di vita, nella fraternità gioiosa, seguendo la luce che viene da Betlemme”.
Un Natale anomalo? O un Natale più vero? Fatto di silenzio, di ascolto, di fermarsi per ripartire, di tanti sì che si traducano in azioni concrete, quotidiane di accoglienza e di servizio.
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