Vale la pena, di tanto in tanto, dare un’occhiata ai cataloghi delle case editrici e scoprire, o riscoprire, dei libri che, pur avendo qualche anno, non hanno perso nulla del loro valore. Anzi, il tempo li ha salvati dalla frenesia di “novità” che spesso assale chi entra in libreria o in biblioteca. È il caso di Una stella nel buio (Topipittori; età 10+) di Lucia Tumiati con le illustrazioni di Joanna Concejo. È la storia di due ragazzini, due pastori che si incontrano al pascolo con le pecore. Entrambi poveri di famiglia chiacchierano spesso nel buio davanti alla luce di una fiamma. Uno dei due è solitario, misterioso, dolce e riflessivo, molto diverso dall’altro, più curioso e chiacchierone. Le cose che il primo dice sono diverse da ciò che l’altro è abituato a sentire, sono parole profonde e delicate, un po’ dolorose. Tra i due nasce un sentimento particolare di vicinanza e di vicendevole aiuto, ma non è facile per loro entrare in vero contatto, e solo alla fine, avvicinati dalla paura, dal silenzio, dalla fatica, dal buio e dalla luce delle stelle, dopo essersi studiati da lontano, diventano amici.
Una storia delicata, perfetta per la settimana di Pasqua, perché, leggendo, al lettore qualche dubbio viene su chi sia il bambino misterioso che parla come un grande, ha un padre lontano e una madre di nome Maria, che piange di nascosto perché è triste per il futuro che attende suo figlio. Un libro adatto agli adulti e ai ragazzini dai 10 anni per leggere una storia diversa e per esplorare insieme domande profonde sulla giustizia, sul perdono, sul dolore, sulla paura, sul senso di colpa, sulla famiglia, sul rapporto con il padre. Una storia che abbraccia il nocciolo dell’esperienza infantile con tutta la sua semplice complessità, perché sappiamo chi è il bambino misterioso, perché la sua specificità divina entra in relazione con la pura umanità dell’altro, mentre entrambi rimangono sul proprio piano cercando un contatto. Immersi in un silenzio più grande di loro, i due ragazzini si avvicinano e poi si allontanano, usano le parole per sfiorarsi e per prendere le distanze necessarie per potersi conoscere. è grazie alla relazione con l’altro che le persone si determinano e sanciscono la propria unicità, ed è questo che fanno i due ragazzini: trovano se stessi entrando in contatto con il nuovo amico. Da questo raffronto con il divino emerge l’essere umano con i suoi difetti e le sue limitazioni, ma anche con la forza interiore che riesce a mettere in campo quando è necessario.
Accanto al testo tanto denso, quanto leggero e poetico, non lasciano indifferenti le illustrazioni di rara bellezza, frutto di un’attenta composizione grafico-artistica che le fa somigliare a collages di carte semitrasparenti con le figure disegnate a pastello leggero.
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