Senza un Gesù, Unico, di natura divina, non ci sarebbe stato bisogno di svelare l'inesprimibile verità trinitaria
Dice Agostino: “Nella persona umana troviamo l’essere, il conoscere e il volere. Poiché questa persona umana è creata ad immagine e similitudine di Dio – facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza – è certo che dobbiamo trovare in Dio questi tre elementi fondamentali : esse, nosse, velle”. Con il latino dei suoi tempi.
Se si pensa bene sono tre relazioni. Il Padre è Dio ma Dio non è solo il Padre e così via. I tre stessi loro nomi sono nomi di relazioni. Si può dire Padre solo se esiste un Figlio. Dicendo Figlio si suppone un Padre e dicendo Spirito partiamo dal presupposto di qualcuno che lo spiri. Dio è Uno ma è in qualche modo Famiglia interiore.
Nessuna religione seria o filosofia rigorosa ha mai immaginato e pronunciato affermazioni così temerarie che decretano la morte del politeismo, diventano una inebriante imboscata per il monoteismo e, per l'intelletto umano, richiedono qualità da pattuglia acrobatica. Se Cristo non avesse presentato e anticipato delle provocazioni in tal senso, nessun occidentale e nessun orientale, per quanto battitore libero o rigorosamente inquadrato in qualsivoglia falange religiosa o culturale, se lo sarebbe mai sognato.
E perché mai Gesù è entrato in un terreno così minato che ha tormentato le Chiese cristiane per otto secoli e per sette drammatici Concili Ecumenici? Chi glielo ha fatto fare? E' che doveva giustificare se stesso, il suo essere inviato insostituibile: "Così Dio ha amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito".
Senza un Gesù, Unico, di natura divina, non ci sarebbe stato bisogno di svelare l'inesprimibile verità trinitaria. Bastava dire che era figlio come noi, tra i migliori di noi, grande profeta, immenso teologo, squisito umanizzante, prodotto
straordinario di tradizioni religiose medio orientali, degno erede di Mosè, prova egregia che Darwin aveva ragione, orgoglio dell'umanità assieme ad altri volenti o nolenti fondatori di religioni, figura gigante nel Museo delle Cere, il più tra i Giusti di Israele e via
fantasticando.
Bastava, ma a Lui non è bastato. Si arroga il "Tu sei il mio Figlio Unigenito nel quale mi sono compiaciuto". Ha bisogno di rivelare che Dio è solidale con le sofferenze dell'umanità più che con la sua propria sconfinata felicità, che il Padre è gratuità e fedeltà nonostante i
nostri tradimenti, che Dio muore a motivo nostro per comunicare la sua follia per l'umanità. E solo Dio poteva farlo, nessun sostituto sufficiente. Non ci ha amati per procura, non si è consegnato per interposta persona, non ha detto "facciamo finta che". Con un predicatore umano Dio ci avrebbe detto il suo perdono e la nostra ammissione all'interno della vita divina. Con il Figlio lo opera. Paga
di persona. Introducendo il Verbo nella carne umana ci fa suoi fratelli e quindi figli ed eredi.
Non so quanti di voi siano sopravvissuti fino a questa riga ma volevo dire che il mistero delle Tre Persone Unico Dio è violato nel suo essere inesprimibile per colpa dell'incarnazione del Verbo. Si è socchiusa la
porta dell'insondabile. Un giorno anche noi lo vedremo come Egli è.
Questa non può essere un'omelia, neppure una catechesi, tanto meno una meditazione o una lezione. Prendetela come un sogno di una notte di mezza primavera. Colpa dei liturgisti che hanno tollerato una simile
inconsueta solennità nell'arco dell'anno liturgico.
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