Stare davanti al fuoco del caminetto è un rito antico, ma anche un momento di convivialità, di meditazione. Ma la fiamma dipende dalla materia prima: la legna. Il fuoco oggi è sempre più raro nelle nostre case presi come siamo dalla modernità che vuole focolari elettrici e stufe alimentate da materiale vegetale diverso (segatura e tronchetti pressati).
La legna può essere di conifere o latifoglie, intera o spaccata. La prima stenta ad accendersi, la seconda viene aggredita dal fuoco quasi subito. Molte le varianti che fanno propendere dall’uso di un tipo di legna e l’altro, ma quella consigliata per il suo valore calorico è sicuramente quella delle latifoglie, quella di faggio e di quercia in particolare. Il faggio dura, brucia lentamente e tiene bene le braci. La quercia (farnia, rovere, leccio, ecc.) ha elevato potere calorico, fiamma viva e ottima resa.
Simili a queste essenze sono il castagno e l’olivo, che però sono più carenti sul mercato. La legna di alloro o betulla, bruciando, rilascia delicati profumi e fragranze tipiche. La legna di conifere (resinose) ha fiamma viva e rapida, sprigiona molto calore, ma produce braci poco durevoli.
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