Teatro. Al “Sociale” c’è Miller

Torna la prosa del Centro Servizi Culturali S. Chiara all’interno della Stagione del Teatro Sociale di Trento. Da giovedì 15 a domenica 18 dicembre sul palco del teatro cittadino Filippo Dini interpreterà “Il Crogiuolo”, del grande drammaturgo americano Arthur Miller. È una produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, con il sostegno della Fondazione Cassa Rurale di Trento.

Reduce dal successo di “Così è (se vi pare)” e “Casa di bambola”, Filippo Dini, artista residente del Teatro Stabile di Torino, dirige e interpreta uno dei testi più lucidi e impietosi della drammaturgia americana. Un’opera di feroce critica nei confronti di una società in cui la delazione e la calunnia innescano un meccanismo incontrollabile di intolleranza e violenza. Arthur Miller scrive “Il Crogiuolo” nel 1953, in pieno maccartismo, e sulla spinta di quello stato di aberrazione sociale e di isteria collettiva compone un affresco drammatico, nel quale distilla l’ottusità e la feroce demenza che in determinate circostanze invadono l’animo umano. La pièce rievoca quanto accaduto durante la caccia alle streghe di Salem nel XVII secolo, ci trasporta in un’epoca remota e ci fa assistere a una folle esplosione di fanatismo religioso in seno a una minuscola comunità del Massachuttes. Miller trasforma quel momento così controverso della storia americana in uno specchio impietoso delle ombre più nere e contorte della società contemporanea. Profonda sensibilità morale, lucida e partecipe analisi sociale e aspra critica politica: “Il Crogiuolo” è un testo di vertiginoso spessore. «Non fu soltanto la nascita del maccartismo a provocarmi, ma qualcosa che appariva molto più fatale e misterioso. – scrisse lo stesso Arthur Miller a proposito della genesi dell’opera – Era il fatto che una campagna politica fosse in grado di creare non soltanto terrore, ma una nuova realtà soggettiva. Vedevo uomini consegnare la propria coscienza ad altri uomini e ringraziarli della possibilità che essi gli davano di farlo».

«Tutto ebbe inizio – spiega Dini – dallo strano comportamento di un paio di adolescenti, che forse manifestavano solo la difficoltà di molte loro coetanee. I medici, non trovando ragioni scientifiche ai loro bizzarri atteggiamenti, rimandarono la faccenda alle autorità, alla comunità, quindi alla chiesa. Le ragazze, accusate di essere preda di un maleficio, si videro costrette ad accusare a loro volta altre persone di averle stregate e, in un crescendo di follia e paura, 144 persone furono processate e 19 giustiziate mediante impiccagione. Miller scrisse questo dramma durante il periodo funesto del maccartismo, quando lui e altri artisti e intellettuali furono “messi sotto osservazione” dalla Commissione per le attività antiamericane. L’arma più utilizzata fu la delazione. La trasposizione di questa storia in quella di Salem è una metafora della vicenda personale dello scrittore, e ad essa ci aggrappiamo per raccontare il nostro contemporaneo».

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina