Daniela Palumbo, A un passo dalle stelle – Giunti, 2016 – p. 205 – € 12,00 – Età di lettura: da 13 anni
L'idea di una vacanza in cammino tra Lucca e Roma, non è proprio il massimo per un adolescente. Fatica, sudore, zaino in spalla, uso limitato del telefonino e solo l'indispensabile a disposizione non sono di solito contemplati nei desideri dei ragazzi. Questo, invece, è ciò che offre la vacanza “alternativa” che Giacomo, Matteo, Giorgia, Viola e Gus, quasi tutti controvoglia, sono costretti a iniziare in “A un passo dalle stelle” (Giunti). Alla partenza del cammino questi ragazzi non si conoscono, all'arrivo non potranno più staccarsi. Le loro storie e quelle delle loro famiglie si intrecciano passo dopo passo lungo il breve tratto della via Francigena. Tutti i personaggi di questo romanzo in fondo sono alla ricerca di qualcosa: i genitori naturali, il contatto e l'equilibrio dopo la morte di una persona cara, un riavvicinamento con il coniuge, un padre lontano, una sorellastra sconosciuta. La trama è fitta di storie e arricchita dalle varie persone che accolgono i camminatori nelle soste delle tappe. A queste si aggiunge la presenza misteriosa di Alessio, un ragazzo che ha lasciato lungo il cammino una lettera in un libro sperando che qualcuno la trovi. È Giorgia a trovarla e da quel momento sono molte le cose che cambiano.
Tappa dopo tappa il cammino si rivela per ognuno dei componenti del gruppo un’esperienza fortissima capace di mettere in atto trasformazioni profonde, di creare situazioni inaspettate e far nascere nuovi legami. “Cheilcamminotisialieve” è la parola/frase che saluta e accompagna Giorgia lettera dopo lettera. “Che il cammino ti sia lieve” è l'augurio che sottostà a tutta la storia di queste persone in cammino per scoprire, per meditare, per capire, per ritrovarsi.
Un romanzo piacevole e coinvolgente adatto ai ragazzi, ma interessante anche per gli adulti. Una scrittura lineare e appassionante per raccontare le storie di questi personaggi inventati ma che potrebbero essere veri. Un libro in cui si sente l’autenticità del cammino come esperienza che crea la disposizione ad aprirsi gli uni verso gli altri, perché accomunati da un tempo lento e uno spazio ampio perfetti per ascoltarsi e ascoltare.
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