Tra i volti Rai diventati ex negli ultimi tempi c’è anche Flavio Insinna, approdato dal 7 ottobre su La7 con un game show.
Famiglie d’Italia, in onda dal lunedì al sabato dalle 18.30 alle 20, non è proprio una novità. Si tratta infatti del terzo adattamento italiano del format statunitense Family Feud, in programma oltreoceano quasi ininterrottamente dalla fine degli anni ‘70. Il primo esperimento nostrano è stato Tuttinfamiglia, dal 1984 al 1989, con la conduzione di Claudio Lippi prima e Lino Toffolo poi, seguito dal 1992 al 1993 da Tutti x uno, affidato a Mike Bongiorno.
Non stupisce che il programma sia stato riproposto in più di cinquanta Paesi, considerata la semplicità del meccanismo di gioco, che vede due squadre sfidarsi nell’indovinare le risposte ad una serie di sondaggi d’opinione su argomenti che riguardano la vita di tutti i giorni. Non servono dunque abilità particolari, ma solo la voglia di mettersi in gioco e di divertirsi.
In Famiglie d’Italia, nome che sembra strizzare l’occhio all’attuale partito di governo, ogni squadra è composta da cinque persone, che, nelle intenzioni espresse in sede di presentazione del programma dallo stesso conduttore e dalla direzione di La7, rappresentano le famiglie reali che vivono in Italia: “tradizionali e non, allargate, frutto di un secondo matrimonio, i cugini… Insomma, si tratta di cinque persone che si vogliono bene, unite da un forte legame familiare”.
Una rivendicazione quasi politica che punta a dare voce e volto al cambiamento sociale, ma che stona, forse proprio perché dichiarata, con la leggerezza del programma, che naturalmente sembra descrivere la soggettività del sentirsi famiglia, al di là di definizioni normative necessarie, ma non certo di competenza televisiva: per vincere i diecimila euro in palio in ogni puntata, i concorrenti devono avvicinarsi il più possibile alle opinioni della maggioranza, ma in fondo non c’è una risposta giusta o sbagliata.
Incorniciato da una scenografia essenziale che riproduce fedelmente l’originale, affiancato a tratti dalla cagnolina Ginger e pungolato dalla voce fuori campo del misterioso Aggiustatore, Flavio Insinna si muove a suo agio, attingendo a piene mani alla sua esperienza di attore e di conduttore (non è facile ripetere in modo sempre diverso la stessa domanda nelle varie sezioni del gioco).
E anche se il ritmo potrebbe forse essere più coinvolgente, Famiglie d’Italia garantisce una pausa di spensieratezza, destinata a scontrarsi con i titoli del telegiornale.
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