Siamo tutti ugualmente fragili

Da molti anni è cambiato, tra cinema e serie Tv, il racconto della persona con disabilità mentale. Uno storytelling rinnovato per genere e stile narrativo, smantellando tabù grazie a un umorismo “irriverente” e gentile. In evidenza alcuni titoli recenti: “Campioni” (2023) di Bobby Farrelly, “Crazy for Football. Matti per il Calcio” (2021) di Volfango De Biasi, “Tutto il mio folle amore” (2019) di Gabriele Salvatores e “Mio fratello rincorre i dinosauri” (2019) di Stefano Cipani. Ora si aggiunge un nuovo tassello narrativo, che si gioca sul confine tra teatro e cinema, grazie al film “Io sono un po’ matto… e tu?”, scritto e diretto da Dario D’Ambrosi, una performance realizzata in 24 ore coinvolgendo interpreti noti e trenta attori con disabilità del Teatro Patologico. Il film è in sala dal 7 ottobre.

La storia è ambientata nella Roma di oggi, in un racconto che fonde realtà e sogno, alcuni attori mostrano le loro debolezze trovando giovamento dal confronto con dei “tutor psichiatrici” della compagnia del Teatro PatologicoClaudia Gerini è ossessionata dall’acquisto di “gratta e vinci” (ludopatia), Stefano Fresi si aggira in palestra con un vassoio di dolci (disturbo alimentare), Edoardo Leo non riesce ad attraversare un sottopasso (claustrofobia), mentre Raoul Bova si aggira con tormento incapace di prendere sonno (insonnia). E ancora, Marco Bocci pensa costantemente alle donne (dipendenza sessuale), mentre Vinicio Marchioni parla con fatica (balbuzie) e Claudio Santamaria è preda di ripetute ossessioni. Nel cast anche Stefania Rocca, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi. Tutti artisti che si sono messi in gioco nel tratteggiare quel caleidoscopio di disturbi, tic e manie che costellano la vita quotidiana della nostra società, pronti a essere annessi nel perimetro della “follia”. Un mosaico di umanità declinato con ironia giocosa e brillante, dove a fare da raccordo in ogni quadro narrativo sono i trenta attori del Teatro Patologico. “La trama – indica il regista D’Ambrosi – si sviluppa attorno ai ragazzi disabili del Teatro Patologico, che, nel ruolo di ‘tutor psichiatrici’, assistono noti personaggi pubblici nel confrontarsi con le proprie ansie e paure. Questi personaggi, spesso visti come simboli di successo e stabilità, rivelano con ironia e sincerità i loro tic e le loro manie, cercando aiuto e comprensione. Questo confronto offre una riflessione profonda sulla natura umana, esplorando come tutti, indipendentemente dalla loro fama o successo, affrontino sfide psicologiche e personali. Il film, con il suo tono surreale e tragicomico, diventa un mezzo potente per raccontare le difficoltà quotidiane da una prospettiva inedita e originale”.

“Io sono un po’ matto… e tu?” è un’opera che si muove tra l’esilarante e il tenero, esplorando la condizione della persona con disabilità con sguardo frizzante, polverizzando distanze sociali e dimostrando come la natura umana sia in fondo uguale, segnata da una sequela di affanni e fragilità più o meno marcati. Un racconto che si apprezza soprattutto per la dinamica e per gli interpreti, noti e non, più che per lo svolgimento in sé. Un lavoro comunque interessante e importante, che mette a tema la disabilità senza filtri e orpelli, servendosi solo di ironia e semplicità. Consigliabile, realistico-brillante, per dibattiti.

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