Se gli uomini smettono le uniformi

The Journey

Nick Hamm

Timothy Spall, Colm Meaney, Freddie Highmore, John Hurt

Drammatico – Gran Bretagna, 2016

Trento Astra

Una stretta di mano, una macchina, due avversari politici: Nick Hamm costruisce il suo ultimo film Il viaggio su questi semplici ma potenti simboli, per tornare a raccontarci la storia della pace che sancì la fine della sanguinosa guerra civile nord-irlandese, per tutto il novecento fino ai primi anni zero.

Nel 2006 il reverendo Ian Paisley, leader del partito unionista e conservatore, e Martin McGuinness, capo dei repubblicani del Sinn Fein, spinti politicamente da Tony Blair, stipularono lo storico accordo di pace. Questa è la storia.

Ne Il viaggio Ian Paisley, interpretato da uno scorbutico e convincente Timothy Spall, e McGuinness, impersonato da un bravissimo Colm Meaney, non sono soltanto due politici ma due uomini che davvero si detestano. Questi due uomini sono costretti a fare un assurdo viaggio in macchina insieme fino all’aeroporto di Edimburgo, e la loro distanza ideale anzi ideologica durante il percorso tra le verdi colline scozzesi si trasformerà in vicinanza umana: dalle battute sagaci dell’uno contro l’altro e dallo scontro verbale anche violento, i due approdano a una comprensione e addirittura a stima reciproca.

La strada che percorrono insieme li porta a una vicinanza che va al di là degli schieramenti: viene in mente un grande esempio classico di riconciliazione, l’incontro tra Priamo e Achille, incontro che suggellerà una tregua alla guerra di Troia, madre di tutte le guerre, almeno nel mito.

E’ proprio così come nel mito, quando gli uomini si tolgono la veste di politici e di re e rimangono uomini uno vicino all’altro, a piangere insieme i propri cari e a sfogare il proprio dolore, allora le tensioni si attenuano e le sofferenze, le umanità profonde dell’uno e dell’altro si uniscono in una stretta di mano, un segno reale pace.

Oltre dunque a una sceneggiatura serrata, anche la costruzione drammaturgica del viaggio è registicamente convincente poiché i due avversari sono in macchina, spiati da lontano dai vari politici che hanno messo collegamenti video e audio nella macchina per partecipare alla loro conversazione, e ora. Ovviamente. osservati da noi spettatori; un film nel film che permette di dare movimento all’azione e creare suspense.

Tra l’altro è un viaggio movimentato, con tanto di incidente per via di un cervo morente, altro animale simbolico (come in The Queen di Frears con Helen Mirren), e di passeggiata nel bosco.

Un percorso tortuoso porterà alla famosa stretta di mano che porrà fine alla guerra civile e alle sue stragi lungo decenni di sangue. Dal 2006 non ci sono più state bombe, non ci sono più stati attentati e generazioni di ragazzi stanno vivendo finalmente liberi, senza paura.

E’ messaggio per ogni tipo di conflitto ideologico, contro ogni terrorismo globale: se gli uomini smettessero le loro uniformi ideologiche e vestissero i panni umani non ci sarebbero più spargimenti di sangue.

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IL COMMENTO
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Un film che celebra il venirsi incontro, il dialogo e la pace in un momento terribile della nostra storia, nel quale vengono elette persone che agiscono in maniera molto stupida, dalla Gran Bretagna agli Usa, e in molti altri Paesi. Così Nick Hamm presenta il suo film Il viaggio che, dopo il debutto all'ultima Mostra di Venezia, è ora in sala.

Ambientato in Scozia nel 2006, durante i colloqui storici di St. Andrews per raggiungere un accordo di pace in Irlanda del Nord, il film immagina il percorso umano di avvicinamento tra i due leader delle opposte fazioni: “Quando fai vedere due uomini che non volevano neanche parlarsi, in uno spazio ristretto, portando via le barriere, scopri quanto siano simili”. Nato a Belfast nel 1957, Nick Hamm fin qui si era fatto notare per film di genere horror (The Hole e Godsend).

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