“Questa sera parliamo delle parole che non ci sono, non di quelle che ci sono, perché ogni lingua, immancabilmente, sceglie di chiamare alcune cose e di non chiamarne altre. Forse le lingue dei popoli si riconoscono proprio da questo, da quello che scelgono di chiamare e da ciò che invece scelgono di non chiamare. Per esempio, mi ha sempre colpito che alcune tribù dei nativi americani, degli indiani americani non conoscevano la parola addio. Era una cosa che sorprendeva molto i bianchi il fatto che non conoscessero la parola addio. Per loro esisteva soltanto l’arrivederci. Perché? Perché erano convinti che le cose in fondo non finissero mai, ma che soprattutto gli incontri fra esseri umani dovessero essere sempre chiusi con un arrivederci, perché tanto ci troveremo in un’altra forma, in un altro modo. Ci ritroveremo sempre”.
C’è un frammento, un piccolo racconto, ma anche un qualcosa di personale, c’è una riflessione e un pensiero altro nelle parole con cui Stefano Massini apre ogni puntata del suo programma dal titolo “Riserva Indiana”. Scrittore e drammaturgo, Stefano Massini ha all’attivo una lunga esperienza in teatro ed è un volto noto della televisione, oltre a vantare collaborazioni con il quotidiano La Repubblica e LA7.
È il racconto la vera cifra di questo programma che parla della società dei nostri tempi, mescolando lo storytelling alla musica dei suoi ospiti. Fra gli autori musicali che sono stati presenti, Fiorella Mannoia, il duo Coma Cose, Francesco Gabbani, Roberto Vecchioni, Samuele Bersani, Alessandro Mannarino. Anche nei dialoghi con gli ospiti ritroviamo quella stessa sensibilità che Stefano Massini mostra nei suoi racconti, che mettono in luce le molte cose che circondano questo nostro mondo.
Il programma di Rai Cultura va in onda dal lunedì al venerdì su Rai Tre ed è possibile rivederlo su RaiPlay.
Sono tante le questioni che Stefano Massini affronta in queste puntate, a partire dal potere per arrivare fino al problema di trovare casa e ogni istante, è lì a dimostrare quanto le parole siano capaci di dare un senso, di portarti dentro le storie, di offrirti suggestioni. C’è molta passione civile e attenzione ai diritti dimenticati. “Riserva Indiana” è una televisione originale, nuova, spiazzante e che non ti aspetti. È quel lato che emoziona, quell’occasione per andare in fondo alle cose.
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