Radicchio, il dono d’inverno si prepara in estate

Per chi ama l’orto questo è il momento di alzare lo sguardo oltre l’estate… con le raccolte si sono liberati spazi. È tempo di pulizie, preparazione del terreno e messa a dimora di quelle specie orticole che saranno disponibili in autunno/ inverno e potranno dare ancora molte soddisfazioni. La Cicoria comune (Chicorium Intybus) è una pianta erbacea perenne, vive allo stato selvatico in prati, pascoli ed incolti fino ai 1.300 mt. Apprezzata da millenni per le sue proprietà digestive e rinfrescanti, è chiamata anche radicchio selvatico e volgarmente “bruttona”. I fiori di un vivace color celeste sono eliotropi, ossia si aprono all’alba e si chiudono al tramonto. Pianta dotata di radici fittonanti con cui un tempo si preparava un surrogato del caffè ed un tonico amaro e lassativo.

Da questa cicoria selvatica hanno preso origine attraverso incroci spesso casuali, una innumerevole varietà di cicorie e radicchi oggi molto diffuse. Sono le cicorie da taglio (Spadona, Zuccherina di Trieste, etc), da cogliere (Grumolo biondo, Grumolo verde scuro), le Catalogne e Puntarelle, le cicorie da radice (Radici amare di Soncino, di Brunswich, ecc.) e le cicorie con cespo chiuso a foglia verde (Pan di Zucchero, Capotta, di Bruxelles, etc). E poi i radicchi a foglia colorata la cui coltivazione è iniziata nel XVI secolo in Veneto.

Secondo un antico detto popolare, “il radicchio rosso sembra sia nato come dono che l’autunno fa all’inverno per dare un tocco di colore ai campi brulli e gelati”. Il capostipite di tutte le tipologie di radicchio è il Rosso di Treviso, cui sono seguite le varietà oggi conosciute: Variegato di Chioggia, Rosso di Verona, Variegato di Castelfranco, Bianco di Lusia, Rosa del Veneto, etc. I radicchi possono essere precoci o tardivi a seconda del loro ciclo di sviluppo e della capacità di resistere al freddo. È difficile trovare ortaggi altrettanto adattabili alle diverse condizioni climatiche e di terreno.

Se la cicoria selvatica è pianta perenne, le varietà coltivate sono biennali. Il primo anno sviluppano foglie e radici, il secondo anno vanno a fiore. Il fotoperiodo lungo condiziona maggiormente
la prefioritura, quindi le coltivazioni estive sono di difficile gestione. Non eccedere con concimazioni azotate in quanto favoriscono marciumi e prefioriture. Il buon esito della coltivazione è influenzato dalle disponibilità idriche, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo della pianta. Alcuni radicchi vengono sottoposti alla tecnica dell’imbianchimento che consiste nel sottrarre la pianta alla luce per obbligarla a sviluppare le foglie del cespo ricorrendo alle sostanze di riserva accumulate nelle radici. Con questa operazione si può rendere il prodotto molto più tenero e appetibile (eziolatura). Ma forse sono andato troppo avanti con la stagione… buon agosto a tutti.

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