Racconti necessari, come il pane

La locandina del film “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”

“L’uomo è un essere narrante – ha scritto papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali – . Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. L’uomo non è solo l’unico essere che ha bisogno di abiti per coprire la propria vulnerabilità (cfr Gen 3,21), ma è anche l’unico che ha bisogno di “rivestirsi” di storie per custodire la propria vita. Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti…”.

Ecco, allora, due racconti scritti per i bambini e i ragazzi ancora negli anni della preadolescenza, due storie scritte in tempi diversi, da autori diversi, che raccontano culture molto diverse tra loro, ma particolarmente adatte al tempo che stiamo vivendo. Sono state portate sullo schermo da disegnatori europei ed ora sono disponibili in dvd.

Il primo racconto è italiano, anche se è stato realizzato in Francia. È La famosa invasione degli orsi in Sicilia, da un romanzo che Dino Buzzati scrisse e illustrò per la figlia Almerina e che il Corriere dei piccoli pubblicò a puntate sul finire della guerra. A disegnarlo e dirigerlo oggi è Lorenzo Mattotti, venuto alla ribalta con il Pinocchio di D’Alò, che conferma la felicità coloristica, la sensibilità e il respiro paesaggistico unite ad una cifra stilistica in sintonia con il surrealismo fiabesco di Buzzati e più in generale con il carattere della favola italiana.

La storia ha il sapore del mito anche perché, a raccontarla, in una Sicilia “alpina” letteralmente sepolta sotto la neve, è un cantastorie che con l’aiuto della piccola Almerina fa scorrere le immagini sul fondo di una caverna. Al legittimo abitante della caverna, un orso non ancora andato in letargo, i due narrano di quando gli orsi invasero la Sicilia spinti dalla fame e dal dolore del loro re per la perdita dell’unico figlio e di come, abbattuta la tirannia del Granduca, instaurarono un regno dove orsi e uomini convivevano in pace. Toccherà all’orso raccontare il seguito della storia, di come vanità, brama di potere e menzogna contagiarono anche gli orsi e per salvarsi dovettero fare ritorno alle montagne. Ma il vero finale l’orso lo svelerà solo alla piccola Almerina, in un orecchio…

Anche il secondo racconto è un film d’animazione tratto da un libro, della canadese Deborah Ellis, che ha al centro una bambina e un racconto mitico. Ma è ambientato nell’Afghanistan contemporaneo, dilaniato dalle guerre tra gli imperi e oppresso da un regime che fa guerra innanzitutto alle donne e ai libri che nutrono la fantasia e l’intelligenza. L’eroe è l’undicenne Pàrwana che per sopravvivere e difendere la propria famiglia dai telebani che hanno imprigionato il padre insegnante, dovrà diventare un ragazzo e alimenterà il proprio coraggio con il racconto dell’impresa del coetaneo Souleiman contro la tirannia del terribile re elefante sceso dai monti dell’Hindu-Kush.

Lungo l’intreccio tra la vita e il racconto, Pàrwana scoprirà il suo vero nome – Atish, che significa fuoco – e imparerà che si debbono alzare le parole, non la voce, perché è la pioggia che fa crescere i fiori, non il tuono.

Disegno e regia sono dell’irlandese Nora Twomey che qualcuno forse avrà scoperto (e amato) dietro a racconti mitici d’Irlanda come The Secret of Kells e la Canzone del mare. Il titolo italiano è I racconti di Parvana, mentre quello originale suona The Breadwinner, cioè chi porta a casa il pane. Quello materiale e quello per l’anima

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