Nei giorni della pandemia sono diventati i nuovi eroi del nostro tempo. Infermieri, medici, operatori sanitari hanno rappresentato l’avamposto di una battaglia che in realtà combattono ogni giorno. Adesso che la paura si sta allentando, sapremo prenderci cura di chi si è preso cura di noi?
È quello che si è chiesto Massimo Cirri, conduttore radiofonico e autore teatrale, nel documentario Quello che serve, diretto da Chiara D’Ambros e andato in onda su RaiTre venerdì 29 maggio alle 23.10, ora disponibile su RaiPlay. Un viaggio che cerca di scoprire le radici profonde del Servizio Sanitario Nazionale.
Un’idea nata prima del Coronavirus, dopo una grave malattia affrontata e vinta da Cirri. L’emergenza sanitaria ha convinto il protagonista a realizzarla, nonostante la difficoltà di raccontare momenti dolorosi, che era tentato di dimenticare.
In quaranta minuti si susseguono così, legati dalla musica di Stefano Bollani, interviste realizzate prima del lockdown e incontri in videoconferenza, che raccolgono le testimonianze di lavoratori della sanità in diverse regioni d’Italia e di professionisti che in vario modo hanno indagato e riflettuto su questo ambito, da Gino Strada a Milena Gabanelli, da Umberto Galimberti a Micheal Marmot.
È un viaggio breve, che lascia allo spettatore più suggestioni che certezze ma che invita a riflettere e ad indagare per conoscere meglio una realtà nata alla fine degli anni ’70 grazie all’intuizione e alla capacità di visione di donne e uomini come Tina Anselmi e Aldo Aniasi, passati dall’esperienza partigiana alla politica per dare concretezza ai diritti umani in cui profondamente credevano.
Il Servizio Sanitario Nazionale è una straordinaria macchina che fornisce cure, assistenza, accertamenti, medicine a tutti, gratuitamente.
Lo ha fatto e continua a farlo grazie ad un capitale umano che per ciascuno è rappresentato da chi si è preso cura di noi o di una persona a noi cara nel momento in cui eravamo malati, fragili e spaventati, e nonostante negli anni abbia conosciuto interferenze politiche negative, i contraccolpi di un’evasione fiscale che ricade su tutti peggiorando i servizi e la spinta ad un’aziendalizzazione che cerca efficienza ma rischia di trasformare la salute in business, lasciando indietro i più deboli.
“Quello che serve”, appunto, per difendere un bene comune che diamo spesso per scontato dipende anche da noi: riscoprirne le radici e il valore, non affidarsi a slogan ma chiedere e dare attenzione e impegno costante per la sua crescita.
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