Non ha avuto molta eco sui media il ringraziamento che l’Arcivescovo ha rivolto al termine del pontificale di San Vigilio ai due vicari episcopali che lasciano dopo sei anni l’incarico. Anche a loro probabilmente va bene così perchè sia don Marco Saiani, vicario generale, che don Ferruccio Furlan, vicario per il clero, sono due sacerdoti che hanno scelto nella loro vita di rimanere evangelicamente nelle retrovie, nonostante questo loro ruolo fosse di rilievo nella gestione della Diocesi. Lo hanno interpretato sempre e soltanto come un servizio, accettando di lasciare una parrocchia quando sei anni fa don Lauro li ha chiamati al suo fianco nel Consiglio episcopale e rendendosi ora disponibili “al bisogno” nel tornare alla vita parrocchiale in due realtà pastorali ampie e impegnative come Rovereto (con parte della Vallarsa) e Gardolo.
Pur diversi per carattere e doti umane, don Marco e don Ferruccio sono accomunati da uno stile discreto e pacato, con il quale hanno affrontato in questi anni non solo le vicende della pandemia e della riorganizzazione della Curia, talvolta motivi di tensione nel tessuto ecclesiale, ma anche quei rapporti diretti con le persone, laici e preti, con le quali dovevano relazionarsi per il loro ruolo. Anche nelle situazioni più spinose ci hanno dimostrato capacità di ascolto, di mediazione, talvolta anche di perdono o di scusa. Una buona dose di umiltà, merce rara ma preziosa agli occhi di Dio, dettata dalla fedeltà alla Parola ma anche ad una visione del proprio incarico come “vicariato”, cioè – letteralmente- sostegno e sostituzione del superiore, in questo caso il vescovo, in alcuni compiti specifici affinchè egli possa svolgere al meglio il proprio.
Vita Trentina li ringrazia in modo speciale (don Marco ha presieduto la nostra cooperativa editrice, don Ferruccio ha collaborato per le notizie sui preti e sui diaconi) insieme a tutta la comunità trentina, alla quale hanno indicato quanto in un’epoca di protagonismo e di carrierismo ci sono ancora uomini che riescono a vivere la loro autorità soltanto come servizio. E’ quanto ci lasciano questi due vicari, è quanto auguriamo a chi prenderà il loro posto.
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