Dalla 19ª Festa del Cinema di Roma in sala due titoli firmati da due autori dal largo seguito: “Eterno visionario” di Michele Placido e “Fino alla fine” di Gabriele Muccino.
“ETERNO VISIONARIO”
Dopo “L’ombra di Caravaggio” (2022), Michele Placido dirige un biopic su un altro punto di riferimento della cultura italiana: è “Eterno visionario” dedicato allo scrittore, drammaturgo e poeta siciliano Luigi Pirandello, a partire dal romanzo “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura. A vestire i panni del celebre scrittore è Fabrizio Bentivoglio, nel cast anche Valeria Bruni Tedeschi, Federica Luna Vincenti e Giancarlo Commare. Nelle sale dal 7 novembre.
La storia. Stoccolma 1934, Luigi Pirandello sta per ricevere il Premio Nobel per la Letteratura. Accanto a lui c’è il suo agente Saul Colin. Nel viaggio verso la Svezia Pirandello si perde nei ricordi rievocando il lavoro come drammaturgo, i copioni portati in scena, l’incontro con la musa Marta Abba, ma anche il difficile rapporto con la moglie Antonietta, segnata da fragilità mentale. E ancora, il legame intenso e conflittuale con i figli Stefano, Fausto e Lietta… Placido con grande raffinatezza visiva mette in scena un omaggio a Pirandello, giocato tra luci e ombre. Racconta i traguardi teatrali e letterari sino alla soglia del Nobel, ma al contempo indaga le sue fratture dell’animo, le sue mutevolezze e gli irrisolti personali-familiari. Un’opera che esplora diversi snodi temporali che pur donando dinamica e fascino alla narrazione rischiano anche di confondere lo spettato e disperderne pathos. Un film dall’indubbia eleganza formale, visiva, anche negli sconfinamenti con il registro teatrale, che perde un po’ di efficacia nello svolgimento.
“FINO ALLA FINE”
Gabriele Muccino firma la sua tredicesima regia provando a sperimentare ancora una volta con “Fino alla fine”, racconto giocato tra dramma esistenziale e thriller a sfondo poliziesco. Un film che esplora il desiderio giovanile di ribellione, tra luci e ombre. Protagonisti Elena Kampouris, Saul Nanni e Lorenzo Richelmy. Nelle sale dal 31 ottobre.
La storia. Palermo oggi, Sophie e sua sorella sono due statunitensi in vacanza in Italia. Dopo una serie di tappe culturali atterranno a Palermo per trascorrevi 24 ore. In spiaggia Sophie conosce Giulio, giovane bello e trascinante, che la invita a uscire. I due si ritrovano in un locale molto noto e da lì, insieme ad amici del ragazzo, si perdono nella notte palermitana tra eccessi, passioni e colpi di testa criminali… Muccino sa di certo dirigere molto bene la macchina da presa. È una sua dote. Inoltre, lavora bene con gli attori, che spinge verso vibranti intensità e sfumature interpretative, lontane dalla banalità. Il problema in “Fino alla fine” è l’impianto della storia e il suo svolgimento: il copione stenta a trovare un’identità precisa, risultando un mix di suggestioni e di generi senza chiara compattezza. Nel film la forma c’è, ed è anche di qualità, a latitare è la sostanza.
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