“Sono un’appassionata di piantine, soprattutto quelle grasse e che stanno bene in piccoli contenitori da tenere in casa. Alla mia collezione vorrei aggiungere qualche pianta carnivora. Quale scegliere e come curarla?”.
Clara (Trento)
Piantine insolite e affascinanti, le carnivore si nutrono di insetti per ottenere i nutrienti necessari alla loro sopravvivenza. Si possono coltivare anche in ambiente domestico con qualche accortezza e con le giuste cure. In natura vivono in ambienti caldi e umidi. Le carnivore catturano piccoli insetti che poi vengono decomposti e assimilati. Per catturare le prede queste piante sono dotate di foglie modificate, come avviene, per scopi diversi, alle piante grasse (che le trasformano in spine). Molte le trasformazioni adottate: alcune vischiose, altre vere “trappole a scatto”, altre a forma di cono (nella foto, una aliamphora). In ogni caso si tratta di forme molto appariscenti e colorate aventi la funzione di attirare gli insetti anche grazie alle loro secrezioni zuccherine. Chi desidera coltivare piante carnivore in casa, può farlo tenendo presente che sono piante delicate e sensibili. Creare l’habitat usuale in ambienti chiusi è assai impegnativo, ma non impossibile. Le carnivore amano posizione luminosa, ma non ai raggi diretti del sole e terriccio drenante fatto di una miscela di torba e sabbia. Non avendo un apparato radicale espanso vogliono come vasi ciotole basse, meglio se di terracotta. Le innaffiature vanno fatte dal sottovaso facendo assorbire l’acqua per capillarità dai fori basali del contenitore. Nei periodi caldi amano essere nebulizzate. In natura crescono spontanee nutrendosi delle loro prede, ma in casa vogliono moderati apporti fertilizzanti (allo scopo usare concimi per orchidee) da fornire ogni 20 giorni.
La pianta carnivora più conosciuta è la Dionea Muscipula nota anche come “Venere acchiappamosche”, semplice, minuta e caratterizzata da una struttura a rosetta e di trappole “a scatto”. Le piante del genere Sarraceniane hanno forma di cono aperto verso l’alto, le Nephentes di bicchiere peduncolato; Pinguicolae e Drosera utilizzano trappole a rosetta e trappole a scatto con due valve che si chiudono una volta che l’insetto si è posato al loro interno: la sostanza vischiosa che apposite ghiandole secernono trattiene mortalmente gli insetti che vi si posano.
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