Pascoli e boschi, cime e turismo

Lo stemma di Vermiglio

Nella parlata volgare il Comune è detto Verméi. Agli inizi del 1200 si trova scritto in, de Armelo e più tardi Comunis Vermey, ma nel 1546 lo troviamo nella attuale Vermiglio. Deriva dal latino Armilla (da cui il trentino Arméla) cioè “largo anello di ferro che serviva da confine”. Vermiglio è l’ultimo paese della pieve di Ossana verso la Lombardia. Il toponimo attuale italiano di Vermiglio è una forma svisata di Vermeio, variante di Armelo.

Vermiglio nel Medioevo apparteneva al Principato vescovile di Trento. Al Tonale nel 1127 c’era un ospizio e nel 1275 un castello a difesa del passo. Dal 1860 al 1912 la zona fu fortificata dagli austriaci con i forti di Strino, Velon, Mero e Saccarana, Pozzi Alti.

L’economia si basa su allevamento, legname (segherie) e artigianato (stufe a olle). Oggi è rinomato centro turistico internazionale.

Lo stemma è stato adottato il 28 giugno 1991 e sostituisce quello riconosciuto nel 1929. Allude alla fusione delle tre frazioni, rappresentate da tre armille d’oro. è troncato: nel primo su sfondo azzurro una catena montuosa in verde, terminante in una sommità in argento, il tutto al naturale; nel secondo su sfondo rosso tre armille (anelli in ferro) d’oro che rappresentano la fusione delle tre frazioni.

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