Nella nostalgia di Michele Niccolini, il caro collega scomparso tragicamente otto anni fa in Cevedale, abbiamo recuperato alla vigilia quanto di lui avevano scritto gli amici di “Montagna giovani”, i ragazzi più giovani che accompagnava nelle gite mensili in un programma diocesano sa lui minuziosamente predisposto. Così descrivevano Michele, un leader anche in umiltà oltre che in compente passione: “Senza tanto sbandieramento, nella semplicità delle amicizie che si fanno con lo zaino in spalla, i suoi gesti ne rivelavano il tratto interiore: la modestia, la pacatezza, la disponibilità, il suo sorriso, la vicinanza anche all’ultimo della fila. Umile sì, ma mai rinunciatario all’idea di dover arrivare fino in cima alla montagna! La conquista della Vetta si è fatta aspirazione, quasi profezia.”
Secondo gli amici escursionisti – e possiamo testimoniare che era così – per “Michele la contemplazione della natura gli dava la “corda per arrampicarsi a Dio”: mistica semplice, ma affidabile come la roccia per quelli che sanno vedere la Bellezza in ciò che stanno guardando, come faceva lui.”
Ricordano poi un particolare, “le sue cartine geografiche!! Tutte tratteggiate e punteggiate, magari con colori diversi. – E quale gioia poter aggiungere una nuova mèta appena conquistata! – ma anche il suo volto sereno, la sua “r” moscia, il suo sorriso,
Stringendoci ancora una volta nell’affetto alla mamma Lucilla, papà Adriano e alla sorella Patrizia, ripetiamo quanto allora gli amici di “Montagna giovani” avevano scritto: “Michele rimarrà sempre con noi, in quella comunione che già vivevamo in fraterna amicizia, perché ispirata dall’Amore più grande, che non fa clamore
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