Presentato in anteprima al 15° Bari International Film Festival, “Fuga in Normandia” (“The Great Escaper”) sarà nei cinema italiani dal 20 giugno distribuito da Lucky Red. Diretto da Oliver Parker – suoi “L’importanza di chiamarsi Ernest” (2002) e “Dorian Gray” (2009) –, il film ha come protagonisti due pilastri del cinema britannico, i Premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson, quest’ultima scomparsa dopo le riprese nel giugno del 2023. Ispirato a una storia vera, l’opera si muove su un doppio binario: la memoria della Seconda guerra mondiale, il ricordo dello sbarco in Normandia nel 1944 e il racconto di una dolcissima storia d’amore nell’ultimo tornante della vita, alla soglia dei novant’anni.
La storia ci porta nel Regno Unito nel 2014: Bernie Jordan è un veterano delle forze armate inglesi ormai novantenne. Vive con la moglie René in una residenza per anziani con assistenza medica. Bernie e René sono legati da settant’anni e il loro amore è sempre vivo, affiatato. L’uomo vorrebbe prendere parte al 70° anniversario del D-day in Normandia, ma la casa di cura non è riuscita a fare l’iscrizione per tempo. Deciso a non arrendersi, Bernie una mattina si prepara e si dirige al porto, al traghetto che lo porterà in Francia. La notizia della sua “fuga” per onorare i commilitoni caduti fa il giro dei giornali inglesi. È l’inizio per Bernie, ma anche per René, di un viaggio tra pagine di memoria e di sentimento, riavvolgendo il nastro dei ricordi tra trincee e i primi battiti di quel loro amore…
È un piccolo gioiello il film di Oliver Parker, “Fuga in Normandia”, scritto dallo sceneggiatore William Ivory.
Si muove in maniera dolce e dolente su due piani temporali, il 2014 e il 1944 (in flashback), toccando una molteplicità di temi. Anzitutto c’è la custodia della memoria comune, con la denuncia di tutte quelle giovani vite spezzate dalla guerra, richiamando anche il valore e il sacrificio militare. Due, in particolare, i momenti toccanti: il primo è l’incontro di Bernie con altri veterani di guerra di origini tedesche, una breve sequenza carica di pathos giocata sul dialogo e la ricerca della comprensione, riconciliazione; il secondo, è la visita di Bernie al cimitero dei caduti. Lì, davanti alle tante, troppe, lapidi bianche, giunge vibrante il grido strozzato di Bernie, che si domanda il senso di quello spreco di vite innocenti.
A questo si lega poi uno sguardo acuto e delicato sulla condizione della terza età, l’esistenza di due anziani sulla soglia dei novant’anni che si preparano a danzare l’ultimo valzer insieme, prima che il sipario cali. Un tempo intessuto di ricordi, tenerezze e confidenze, mai adombrato dalla paura della morte o del dolore, solamente dal timore del distacco dopo 70 anni trascorsi fianco a fianco. Pagine dense di grazia e sentimento, che non lasciano indifferenti. Un film intessuto di valore civile e tenerezza, un’elegia della vita nell’ultimo battito d’ali, affrontata con coraggio e fiducia, consapevoli di aver vissuto in pienezza. Con gratitudine. Un racconto brillante e raffinato, secondo i canoni narrativi del cinema inglese. Consigliabile, poetico, per dibattiti.
Lascia una recensione