Margherite e tagetes, segreto ben custodito

“Nel mio giardino coltivo ogni anno molte specie di margherite, un fiore che amo fin da bambina. Un esperto di fiori mi ha detto che non sono fiori, come noi siamo soliti conoscerli. È vero? Mi potreste dare spiegazioni in merito?”.

Eleonora (Mori)

Se chiedete ad un insegnante qual è il fiore che i bambini iniziano a disegnare per primo, scoprirete che è la margherita. Con i suoi delicati petali bianchi e il centro giallo oro questo fiore ha sempre affascinato moltissimi fin da piccoli.

Non è nemmeno difficile incontrarla, nei prati di campagna così come nei giardini e parchi pubblici. Perfino chi non ama il verde conosce questo piccolo fiore, replicato in natura con multiformi dimensioni e colori nelle svariate specie (Bellis perennis, Leuchanthemum, ecc.) delle Asteracae, famiglia a cui appartiene la margherita: dagli astri rosa, o bianchi o blu, passando per la gerbera dalle tinte solari, alle vistose Echinacee e rudbeckia. Ma anche all’appariscente girasole, alle superbe dalie, alle semplici zinnie o minute tagetes.

Tutte queste specie presentano lo stesso tipo di “fiore”, in genere ricondotto ad un disco centrale con i petali che lo circondano. Ebbene, botanicamente, i petali non sono petali, bensì anch’essi dei fiori, così come il disco a sua volta è composto da tantissimi, piccolissimi altri fiori. Questa architettura fa sì che il fiore non sia un fiore, ma una infiorescenza.

I più importanti sono quelli di cui è costituito il disco. Si tratta di “fiori tubolosi”, così detti per la loro forma, a tubicino, cui danno origine i cinque minuscoli petali che li compongono, saldandosi tra loro per la lunghezza. Sono importantissimi in quanto hanno al loro interno gli organi riproduttivi (stami e ovario) e il nettare per richiamare gli insetti. Molto meno importanti sono i “petali”, che mancano della funzione riproduttiva, ma che fungono da potente richiamo per gli insetti pronubi. Sono composti anch’essi da cinque petali saldati tra loro su un unico piano, a forma di piccole lingue (fiori ligulati). Nelle asteracee sono sterili.

Ma ”perché la natura è ricorsa a questo espediente?”. Semplicemente perché gli insetti non sarebbero in grado di vedere un singolo, piccolissimo fiore tuboloso. Ma vedono subito, invece, un insieme di corolle che simulano un grande fiore! Che però fiore non è!

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