Ma è Sanremo tutto l’anno?

Uno dei periodici video per “svelare” i contenuti della prossima edizione

D’accordo che “Sanremo è Sanremo” – come diceva uno slogan-tormentone dell’inossidabile Pippo Baudo – ma la domanda che da tempo si pongono tanti telespettatori è questa: è Sanremo tutto l’anno? Già, perché il Festival della canzone italiana sembra non finire mai. O meglio, ha una durata prolungata: quattro stagioni, come gli pneumatici più comodi o la pizza adatta ad ogni gusto. Non è ancora finita un’edizione che subito ne comincia un’altra: all’ultima delle cinque serate parte già il tam tam della stampa più o meno specializzata sull’identità del conduttore dell’edizione successiva, che finisce per essere poi il riconfermato Amadeus.

La tecnica collaudata per mantenere attivo il collegamento con Sanremo – come non bastassero le canzoni che dal palco dell’Ariston rimbalzano sulle piattaforme e sui telefonini – è quella degli annunci cadenzati: ogni due o tre mesi riappare il conduttore a ricordarci che si sta preparando Sanremo. Fino al 29 novembre scorso quando l’informazione Rai è sembrata fermarsi per l’annuncio di un annuncio: ovvero che il successivo 3 dicembre sarebbero stati comunicati i nomi delle altrettanto attese co-conduttrici. E l’annuncio sarebbe stato dato dallo stesso presentatore in apertura di un Tg 1: ci mancava soltanto l’obbligo delle reti unificate (tipo messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica) … ma poi anche le altre reti hanno ripreso subito la notizia. Ma gli eccessi non sono finiti perché poche settimane dopo, in uno stillicidio di annunci, Amadeus è riapparso per svelare i nomi dei cantanti, e poi le canzoni,e poi gli ospiti internazionali e via sanremizzando.

Il neologismo non è inventato perché questo fenomeno è già stato battezzato dal principe dei critici televisivi italiani, il prof. Aldo Grasso, che ha parlato nella sua rubrica quotidiana sul Corriere della Sera di “sanremizzazione” dei tg. Dove tra notizie serie e analisi anche impegnative s’inseriscono veri e propri spot su e da Sanremo in un’invadenza giustificata solo dall’audience. L’ultima trovata sono gli annunci fintamente improvvisati, inviati da casa di Amadeus attraverso un videomessaggio come se il conduttore dovesse fare in fretta per tornare subito a lavorare a Sanremo.

Facile la spiegazione: il Festival è ancora una gallina dalle uova d’oro, una gallina da “pasturare” con costanza e lasciar uscire periodicamente dal pollaio. Ma non tutti i telespettatori apprezzano, anche perché i telegiornali del servizio pubblico nella parte finale sono sempre di più un contenitore di anticipazioni televisive e racconti sui personaggi dello spettacolo: l’informazione va così a morire nell’intrattenimento e notizie d’importante impatto sociale vengono declassate rispetto agli annunci a raffica di Amadeus. E purtroppo Sanremo fa scuola perché tanti altri tg diventano vetrine dove accogliere i protagonisti degli eventi televisivi di prossima programmazione.

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