L’ombra

Non è una nemica ma una benefattrice, un ammortizzatore, una custode di potenzialità

Ombra: "L'oscurità più o meno intensa prodotta su una superficie chiara dall'interposizione, tra questa e una sorgente di luce, da un corpo opaco o anche dal fatto che una zona della superficie stessa non risulta esposta alla luce”. Così può essere descritta dal dizionario.

L'ingegno veneto, molto interessato all'analogia e, forse ancor più, all'enologia, definisce Ombra il bicchiere di vino, presumibilmente bianco, da assumere al bar a fine mattinata.

Il grande Jung, per non esser da meno, trova l'Ombra dentro di noi e la definisce. Ombra: l'altro lato della personalità, il lato oscuro, inferiore, indifferenziato che si contrappone all'Io cosciente. "Ognuno di noi è seguito da un'ombra e meno questa è incorporata nella vita conscia dell'individuo , tanto più è nera e densa. Se le tendenze dell'ombra che vengono rimosse, non rappresentassero altro che il male, non esisterebbe alcun problema. Ma l'ombra rappresenta solo qualcosa di inferiore, primitivo, inadatto e goffo e non è male in senso assoluto. Essa comprende tra l'altro delle qualità inferiori, infantili e primitive che in certo senso renderebbero l'esistenza umana più vivace e bella; ma urtano contro regole consacrate dalla tradizione" (Jung C. G., Lotta con l’Ombra, 1946).

Si tratterebbe del diavoletto messo dal Signore nel cuore di ogni uomo per rendere il mondo meno noioso, secondo i rabbini? Povero dunque quel personaggio di Comisso, "l'uomo che aveva perduto l'ombra". Poteva girare solo di notte, in zone non illuminate da fanali, e mai con il sole di giorno, pena provocare reazioni drammatiche in chi si accorgeva della sua inconsistenza per mancanza dell'ombra. Sia per questo che Gesù risulta così preoccupato per un certo tipo di fariseo tutto luce di osservanza ma senza ombra riconosciuta in sé, tutto luce ma in sostanza tutto ombra? Senza relazione di amore e riconoscimento della propria limitatezza e fallibilità? Povera Ombra! E' il rifugio di ciò che non abbiamo risolto, è stata pagata a caro prezzo, è la miniera dei nostri futuri progressi di personalità, un fruttuoso campo di riciclaggio, un corridoio di immigrazione che vitalizzerà il mio mondo eppure risulta la fonte di mille angosce, il misterioso uomo nero che mi minaccia e mi crea notti oscure. Non è una nemica ma una benefattrice, un ammortizzatore, una custode di potenzialità. Posso ringraziarla ed allearmi e dire "Io ho la mia ombra, una buona, abbondante e traboccante ombra e ho il diritto di averla perché tutte le persone di questo mondo ce l'hanno". Come abbiamo l'ombra fisica, così abbiamo l'ombra del finora rimosso, del non ancora conosciuto e accettato psicologico. L'ombra deve esserci, è impossibile che non ci sia, non solo se avessi avuto genitori pessimi ma anche se li avessi avuti ottimi. In tal caso avrebbero prodotto dentro di me un'imponente ombra perché mi sarebbero risultati irraggiungibili. Quindi ho il diritto di avere le paure che ho. Il rabbino Sussja, una vera macchietta, aveva scoperto: "Nel giorno del giudizio, il Signore, benedetto il suo santo Nome, non mi domanderà se sono stato Mosé ma come sono stato il rabbino Sussja". Quindi posso fraternizzare con i miei limiti, onorarli, accoglierli, andare a spasso con queste parti rimosse, incominciare a giocare con loro, a divertirmi. Amici di buon umore possono aiutarmi in questo perché l'umorismo è di grande aiuto. Fa bene darsi a priori il diritto di avere queste parti oscure con le conseguenti proiezioni sugli altri ed incominciare ad intravvederle. Se le accogli si sciolgono.

E poveri anche i sintomi del tuo mondo psichico. Tentano di renderti consapevole di alcuni tuoi malanni interiori, di indicarti le cause che li hanno creati nella storia della tua vita. Sperano che tu capisca, li accetti ed accettandoli te ne liberi. Ed invece finiscono col diventare le vittime innocenti della tua repressione cioè dell'atto conscio con cui escludi dal campo attuale della tua coscienza un contenuto psichico spiacevole. Diventano il capro espiatorio di tutte le tue sofferenze. Sono le vittime. Non pigliartela con loro. Sono la lucetta rossa che ti segnala la mancanza di olio nel motore. Non sparare alla Croce Rossa. Ecco qualche esempio di sintomi dolenti, ma onesti, che cercano di segnalarti gentilmente alcune tue ombre e le cause che possono averle generate.

Dicono (ed è il sintomo) che sono troppo impassibile, che non partecipo, non comunico? Se da piccolino circolava in famiglia l'impegnativa frase (ed è la causa) "Un vero uomo non piange mai", da vero uomo obbligato ho cercato di essere insensibile ad alcuni sentimenti più delicati (e questa è l'ombra).

Ero il più piccino della tribù e mi dicevano: "Taci tu che non sai niente"? (ecco la causa). Ho reagito al conseguente senso di inferiorità (l'ombra) impegnandomi ad essere un primo della classe (sintomo), salvo poi sciupare i miei momenti vincenti.

Supero Immanuel Kant nella cura della puntualità? O nel perfezionismo o nella mania dell'ordine? (sintomi). Forse un certo ambiente inaffidabile (causa) mi ha creato insicurezza (ombra).

Una serie di insuccessi in un periodo della mia vita (cause) mi hanno convinto che non valgo? (ombra). Ecco perché mi dicono che sono passivo e senza mordente (sintomi).

Non mi son sentito amato? (causa). Ho concluso che non merito amore (ombra). E allora mi svendo o al contrario mi impongo con il prestigio o con la forza (sintomi).

Per un fallimento affettivo, un rifiuto (cause) ho sofferto troppo e ho paura di altre ferite?(ombra). Basta rischi, non voglio altre ferite, fuggo dai rapporti affettivi (sintomo)!

Nella mia famiglia circolava la legge: "I soldi sono tutto"? (causa). Il terrore della povertà (ombra) mi procura un pessimo rapporto con il denaro (sintomo).

Bisognava lavorare tutti e sempre? (causa). Ho l'incubo del tempo (ombra) e mi faccio compatire da tutti per la mia iperattività (sintomo).

"Sei splendente, insuperabile!" (causa). E' bastato questo ritornello in casa, a scuola, nello sport, nell'eleganza, perché la responsabilità divenisse la mia ombra o nel senso della fuga o dell'esserne schiavo (sintomi). Concludo.

Quando Gesù dal Vangelo di Giovanni (20,27) viene mostrato come risorto ed evidente agli Apostoli, Tommaso non vuol credere. Ebbene quando avviene l'incontro tra Gesù e Tommaso cosa accade? Che cosa dice Gesù? "Tommaso, guarda le mie mani e i miei piedi, guarda le mie ferite e non essere più incredulo, ma credente". Non dice: "Guarda i miei occhi che splendono per te, guarda il mio sorriso con il quale ti ho sempre comunicato il mio volerti bene, guarda il mio passo sicuro con cui ti ho preceduto, guarda i miei capelli che ti hanno indicato il punto della mia presenza, odi le mie parole che ti hanno illuminato, vedi quanto amore si sprigiona dalla mia persona", ma dice: "Guarda le mie ferite". Di fatto proprio queste parti che abbiamo cacciato nell'ombra, che abbiamo odiato e proiettato addosso agli altri, queste parti che ci sono costate tanto inconsapevole lavorio per nasconderle e negarle sono quelle che ci rendono più credibili, perfino a noi stessi, che ci insegnano ad arrivare ai gradi più alti della maturità umana, quelle che ci rendono più preziosi per i nostri amici.

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