Dopo le elezioni parlamentari in Austria, che hanno visto l’aumento – da molti previsto – della destra populista, interviene il KOO, l’organismo di coordinamento (Koordininierungsstelle) della Conferenza episcopale austriaca per la cooperazione internazionale e l’universalità della Chiesa. Vi fanno parte 35 organizzazioni tra le quali l’Azione Cattolica, Missio, la Caritas nazionale e diverse congregazioni religiose.
Alla luce dei risultati del voto per il Consiglio nazionale le organizzazioni cattoliche e le agenzie di aiuto alla cooperazione allo sviluppo esprimono la convinzione che “solo una politica che guardi al mondo sia sostenibile”. Una chiara risposta allo slogan: “Prima l’Austria” (Österreich zuerst), variante locale dell’“America first” con le sue tante sub-declinazioni regionali, che riporta l’Austria ai tempi di Jörg Haider (per non andare ancora più indietro).
“Come organizzazioni legate alla Chiesa globale, con un’ampia base di volontari in Austria, sperimentiamo quotidianamente quanto sia importante vivere l’umanità al di là dei confini confessionali e avere fiducia nel fatto che possiamo avere successo solo insieme”. Se si vuole venire a capo delle molteplici crisi del nostro tempo è necessario avere a cuore la famiglia umana nella sua interezza, impostando “un’economia orientata in modo coerente e sostenibile verso il bene comune, come indicato da papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti”. Ancora più chiaro: “La responsabilità internazionale è più sostenibile dell’egoismo nazionale”. Il futuro e la prosperità della stessa Austria non stanno nell’isolazionismo, ma in una “cooperazione attiva e convinta all’interno dell’Unione europea e in una solidarietà attiva con i Paesi del Sud globale. Gli egoismi nazionali, l’isolamento sociale e l’alimentazione delle paure nei confronti dei nostri simili portano” solamente a “una perdita di prosperità sociale ed economica e alla lacerazione della coesione sociale”.
Al governo che nascerà i membri della KOO chiedono di “assumere chiaramente” la propria responsabilità internazionale” e di “promuoverla politicamente a tutti i livelli, oltre a fornire un maggiore sostegno finanziario alla cooperazione e allo sviluppo e alle misure di contrasto ai cambiamenti climatici”. Pilastri irrinunciabili della democrazia, ricordano le organizzazioni, sono i diritti umani e la partecipazione della società civile. “I diritti umani sono da considerarsi inviolabili, non solo in Austria ma a livello internazionale. Il governo austriaco ha quindi il dovere di rispettarli e di proteggerli, nonché di impegnarsi per la loro osservanza e per la protezione dei difensori dei diritti umani all’estero”.
“La graduale restrizione della libertà di espressione in tutto il mondo e nelle nostre immediate vicinanze è una minaccia strisciante alla partecipazione della società civile e quindi alla nostra democrazia e alle democrazie di altri Paesi”.
Al nuovo governo federale si chiede di “affrontare senza paraocchi le sfide della crisi climatica e della biodiversità”, poiché esiste una “giustizia climatica” all’orizzonte comune della famiglia umana. Necessari la protezione del clima, l’attuazione di misure adeguate a livello globale, il sostegno alle popolazioni maggiormente colpite dal riscaldamento globale, l’impegno costante “per la conservazione della biodiversità in Austria e a livello internazionale, al fine di proteggere la Terra, la nostra casa comune”. Nella loro presa di posizione le organizzazioni sottolineano il legame stretto tra sicurezza sociale, lungimiranza ecologica e responsabilità internazionale. Concludono: “Solo un programma di governo aperto al mondo, fiducioso e orientato all’intera famiglia umana potrà essere un buon programma di governo per l’Austria”.
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