Luigi Ballerini con le illustrazioni di Sara Benecino, La signorina Euforbia, Cinisello Balsamo (MI): San Paolo, 2014, 128 p. ill., euro 12,50 – Eta di lettura: da 10 anni
Marta ha dodici anni. Sua mamma è morta in un incidente e, quando suo papà è al lavoro, di lei si occupa la nonna. Ed è proprio con la nonna che un giorno, rientrando a casa, scoprono una pasticceria che non avevano mai notato. Si tratta di un negozio particolare. In vetrina non c'è niente e attraverso i vetri si vede un cartello appeso sopra il bancone: “Dalla Signorina Euforbia: pasticcini su misura”. Marta capisce subito che non si tratta di una pasticceria come tutte le altre e, curiosa, non esita ad entrare seguita dalla nonna poco convinta. Marta rimane colpita dall’accoglienza spontanea e dalla sensibilità di quella insolita donna e contro il parere della nonna, essendo iniziate le vacanze, ottiene dal padre il permesso di frequentare lì un corso di pasticceria. Al corso si iscrive anche Matteo, un ragazzo difficile, balbuziente e che è appena stato bocciato. Tra i ragazzi nasce un’amicizia speciale e saranno proprio loro ad aiutare la Signorina Euforbia quando il suo negozio sarà abbattuto per far posto ad un nuovo centro commerciale.
Una storia avvincente e molto, molto dolce. Tra crema chantilly, gocce di cioccolata e panna montata, i due ragazzi imparano, non solo a creare pasticcini speciali, ma soprattutto a trovare un modo loro con cui vedere il mondo, accettare ciò che succede, vivere le situazioni. Crescono. Come una maga buona, la signorina Euforbia regala loro una specialissima formula per affrontare la vita, per imparare a non cedere di fronte alle difficoltà. Una storia lieve e ironica con qualche frecciatina contro quegli adulti un po' pesanti che non rispettano i ragazzi. Una storia tanto fantasiosa quanto reale in cui si punta sulla possibilità di cambiamento delle situazioni, con un finale che non può che essere positivo e ricco di speranza.
E, comunque, detto tra noi, chi non vorrebbe trovare un negozio dove si preparano pasticcini dai nomi strani come “non-abbattiamoci-e-troviamo-una-soluzione” o “potrebbe-venirmi-una-buona-idea” o “devo-trovare-presto-una-alternativa”?
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