Isabelle Carrier, Il pentolino di Antonino, Padova: Kite, 2011 – [32 p.] – € 16,00 – Età di lettura: da 4 anni

Sentirsi diversi dagli altri può dipendere dall'avere un problema, una difficoltà di cui magari non si capisce il perché, ma che non si può evitare. Come Antonino, il piccolo protagonista di questa storia. A lui è toccato un pentolino rosso. Un giorno gli è caduto in testa e da allora non riesce più a separarsene: se lo deve sempre trascinare dietro. Una bella scocciatura! Per colpa di questo pentolino Antonino non può giocare con gli altri come vorrebbe, si sente limitato e quindi si arrabbia, piange, dice le parolacce. Unica soluzione gli sembra quella di nascondersi proprio nel suo pentolino e rimanere lì. Ecco, però, che arriva Margherita, una dolce signora simpatica che lo aiuta a convivere col suo pentolino. Gli confida che anche lei ne ha uno, anche se più piccolo, ma lo porta con sé senza problemi. Margherita insegna a Antonino a sfruttare il suo pentolino, a trarne vantaggi invece che considerarlo un impedimento e, soprattutto, gli regala una sacca dove infilarlo per averlo con sé senza che gli sia d'ingombro.

La metafora è chiara: il pentolino rappresenta la diversità, ciò che non si riesce a capire, il perché dell'esclusione da parte degli altri. Può essere una disabilità, un tratto del carattere, un trauma subito.

Come Antonino, tutti, piccoli e grandi, abbiamo difficoltà e problemi, che, però, possiamo imparare ad affrontare. In ogni persona c'è la forza necessaria per superare queste difficoltà e in psicologia si chiama resilienza. E questo è il nodo attorno al quale si sviluppa la storia.

Un albo illustrato in cui un tema importante viene affrontato in modo intelligente, lieve e delicato, come il tratto delle semplici illustrazioni che lo compongono. Pochi segni, immagini chiare e molto leggibili, qualche nota di colore per una piccola storia adatta a tutti, bambini, ragazzi e adulti. Un albo che ormai ha qualche anno, ma di cui è utile ricordare l'esistenza.