Amali e l’albero (Edt-Giralangolo. Da 6 anni) è stato pubblicato da Giralangolo nel 2016 in collaborazione con Amnesty International. Adesso viene riproposto perchè la storia che racconta è di quelle che, ogni tanto, fa bene rileggere. Narra di una bambina arrivata da un paese lontano su un barcone. Ora abita in una nuova casa che non è come la sua, ma il cielo pieno di stelle sopra la sua testa la fa sentire al sicuro perché è lo stesso che vedeva al suo paese. Una sera alla sua finestra bussa un albero davanti al quale tutti scappano perché si dice che, ascoltandolo, si viene trasformati in pietra.
Amali, però, apre la persiana e lo guarda. Tra i due è subito sintonia. Amali esce e gli si avvicina. L’albero le racconta che sta piangendo, perché ha perso le sue radici e non sa più qual è il suo posto. Le lacrime dell’albero ricordano ad Amali quelle della sua mamma sul barcone e lei prova nostalgia per il suo paese caldo, ma pensa anche al suo di adesso, più freddo, ma dove si sente sicura. Amali consola l’albero e gli fa capire che il cielo stellato sopra di loro è uno solo ed è lo stesso che abbraccia tutti i posti.
La storia scritta da Chiara Lorenzoni e illustrata da Paolo Domeniconi è dolce e emozionante perché, usando la metafora dell’albero senza radici, racconta la storia di tutte le persone che, avendo dovuto lasciare la propria terra, si sentono sole, abbandonate e spaesate. Nessuno può capire più di Amali cosa significa essere in fuga e non sentirsi al sicuro. La tristezza dell’albero è quella di tutti coloro che scappano dalla guerra, dalla fame, dalla violenza, dalla povertà, dalla persecuzione e l’abbraccio di Amali è quello di chi li sa accogliere oltre la diffidenza, i pregiudizi e l’aridità di cuore. In perfetta coerenza con la poeticità della narrazione. Il finale ricorda all’albero e al lettore la magia, la poesia e la bellezza del firmamento pieno di stelle, che avvolge tutti e tutto senza fare nessuna distinzione.
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