A colloquio con i media vaticani, l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, Sviatoslav Shevchuk, descrive così il desiderio di pace che alberga nel cuore del popolo ucraino: «Un anelito accompagnato dalla preghiera quotidiana, così come quotidiano è tutto ciò che accade». La preghiera è una forza trainante che può darci la spinta ad agire, a scegliere ciò che è giusto ed edificante, che può aiutarci a non fare scelte sbagliate. Pregare ci avvicina a Gesù, Principe della Pace, morto sulla croce per dimostrarci che l’amore è più forte dell’odio.
Può la preghiera mettere a tacere il rumore spaventoso delle armi in Ucraina, in Israele e Palestina, nelle altre parti del mondo? Come possiamo discernere al meglio, come possiamo agire a favore di una pace giusta e duratura? «Signore, rendimi strumento di pace» diceva San Francesco d’Assisi. E Giovanni Paolo II «la pace sarà l’ultima parola della Storia».
Il 20 ottobre 2013 papa Francesco affermò: «La lotta contro il male è dura e lunga; richiede pazienza e resistenza»; il 15 ottobre 2023 sottolineava il valore della preghiera dichiarando che essa è «la forza dolce e santa che si oppone alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo e della guerra». Costruire la pace è un lungo e faticoso cammino di pazienza e speranza. Il popolo sente nel suo cuore e lo sperimenta nella vita che libertà e pace chiedono sempre di vegliare, chiedono attenzione e cura, poiché libertà e pace si costruiscono costantemente, non sono mai una conquista “per sempre”.
Dobbiamo pregare, consapevoli che il Signore è più pronto a dare che a chiedere. Questo ci dà grande speranza. La preghiera sempre aiuta a promuovere il disegno divino di amore, di riconciliazione, di pace, di comunione per l’intera famiglia umana. Non dobbiamo stancarci di fare la nostra parte affinché si affretti il tempo in cui le nazioni saranno in pace fra loro, le persone saranno libere dalla paura, dall’angoscia e dal bisogno. Come cristiani, tutti abbiamo la missione di essere operatori convinti e convincenti di pace. Dobbiamo senza sosta alimentare la speranza attiva che promuove la solidarietà che salva la vita e che ci può aiutare a trovare le soluzioni che oggi ancora non sono state individuate, superando le divisioni, facendo trionfare il bene sull’egoismo che ci divide, nel rispetto delle differenze culturali e religiose. Con occhi illuminati dalla fede, guardiamo al Signore Gesù Cristo, imploriamo il Dio della misericordia riponendo in Lui, se non nella giustizia umana, ogni nostra speranza.
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