In Val di Gresta il fagiolo della Provvidenza giunto dal Veneto un secolo fa

Il fagiolo della Provvidenza

È stata la Provvidenza a portare questo piccolo fagiolo in Val di Gresta, un secolo fa, alla fine del primo conflitto mondiale.

Quando i profughi fecero ritorno nella loro valle, dopo più di tre anni di forzoso esilio all’interno dell’impero austroungarico o nel regno d’Italia, dovettero ricominciare non solo dalla ricostruzione delle case distrutte o saccheggiate, ma anche dai campi che, rimasti incolti per lungo tempo, andavano rimessi urgentemente in coltura.

Tra i beni necessari per ricominciare e di cui erano rimasti privi, c’erano anche i semi, indispensabili per garantirsi il primo raccolto del dopoguerra. Si racconta che in soccorso dei contadini grestani venne dal Veneto meridionale un’associazione, il cui nome, “della Provvidenza”, ci racconta anche di un tempo in cui gli uomini invocavano l’intervento di Dio per affidargli l’incertezza del raccolto, i capricci del tempo, le malattie e gli infortuni e di quando nella cultura contadina il sacro ispirava la solidarietà tra le persone.

Da allora questo piccolo e prezioso fagiolo viene ricordato con questo attributo divino e la sua storia rievocata ad ogni raccolto. È una varietà di fagiolo che cresce basso, per cui non ha bisogno di aggrapparsi al tutore. Il seme è piccolo, tondeggiante, colore verde pallido con un caratteristico puntino nero in corrispondenza dell’ilo.

La buccia sottile lo rende tenero e digeribile.

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