Il giorno dopo il 35° anniversario abbiamo registrato nelle voci dei responsabili della Fondazione Stava 1985 una composta soddisfazione per l’eco rilanciata nel mondo da questa celebrazione a distanza, mai vissuta prima in modo così obbligato: la diretta televisiva sulle emittenti locali e sulle altre antenne collegate a Telepace nel mondo, ma anche lo streaming nel sito della Provincia (ben 50 mila contatti e 14 mila ascoltatori dicono i report) e sui portali diocesani, hanno consentito una solidale partecipazione in contemporanea a tante persone coinvolte in modo diverso da questa tragedia-simbolo. Possiamo dire che domenica mattina si è realizzata una “comunità globalizzata” che si riconosce nei valori indicati dall’Arcivescovo nella sua severa omelia: il silenzio e il rispetto del dolore, ma anche il dovere della memoria attiva e il rispetto di quella “ecologia integrale” indicata da Francesco, con la quale va riletta questa catastrofe industriale che ha cambiato il Trentino ma anche l’Italia. Mettendo ancora una volta al centro le persone – ricordate ad una ad una con i loro nomi scritti sullo schermo dalla regia attenta di Videoframe – che sono state vittime innocenti di “precise responsabilità umane”.
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