Nella cronaca amministrativa di questo lunedì spiccano le ricadute nella campagna elettorale di Riva del Garda della scelta annunciata ieri da Claudio Molinari, candidato sindaco, di ritirare la sua candidatura. Più che per il riassetto nei complicati equilibri delle forze politiche rivane, la notizia merita attenzione per la motivazione, rispettabilissima e peraltro inconsueta, con la quale si è giustificata la rinuncia alla candidatura: “motivi di salute”.
Chi conosce l’ex sindaco ed ex senatore di Riva del Garda conosce bene la passionaccia politica e la dedizione tenace di Molinari, ereditata anche dal padre; immagina quanto può costargli questo improvviso passo indietro rispetto al passo avanti che qualche mese fa aveva anche ricompattato la coalizione. Per questo il coraggio di dire “mi fermo qui”, prendendo atto di un’insufficienza di forze e di serenità per ricoprire il ruolo di candidato (e semmai di sindaco), rappresenta per noi un gesto esemplare, una buona notizia. Saper “rinunciare”, prendere consapevolezza dei propri limiti, anteporre la salute propria e la serenità della propria famiglia a valutazioni di ordine politico, non è certamente facile; merita quindi rispetto, anzi ammirazione.
E fa piacere che il gesto non sia isolato, visto che due giorni prima anche un altro amministratore di lungo corso, come l’ex senatore Giorgio Tonini, aveva dovuto rendere pubblico il suo affaticamento annunciando la dimissione dalla carica di capogruppo in Consiglio provinciale (abbinata in questo caso anche a qualche valutazione politica, a quanto dicono le cronache, ma non preminente, altrimenti lo avrebbe dichiarato).
Chi sa rispettare il limite, chi sa mostrarsi debole, dà prova di forza. Vale nelle relazioni interpersonali e – lo dimostrano queste due “rinunce” – deve e può valere anche nella vita politica e nel servizio ad una comunità.
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