Anche alle piante piace far le vanitose e sbarazzine, sfoggiare almeno una volta all’anno degli abiti appariscenti ed essere riconosciute a distanza. In questo periodo dell’anno spiccano degli arbusti che, a badarci bene, crescono ovunque nella nostra regione fin verso i 1.400 m. di altitudine. Sui loro rami ancora spogli ondeggiano al minimo alito di vento delle lunghe infiorescenze pendule di colore giallo. Si tratta di infiorescenze composte da fiori maschili presenti già in autunno, dapprima verdastre e poi bruno rosate. All’aumentare delle temperature e delle ore luce diventano più lunghe, sottili ed affidano al vento un polline molto fine, causa delle prime allergie di stagione alle persone sensibili, ma anche dono gradito per i primi voli delle api alla ricerca di nutrienti per le nuove covate.
E i fiori femminili dove sono? Beh, si vedono a fatica, eppure ci sono. Sono piccoli e distinguibili per gli stimmi di colore rosso brillante che emergono da strutture simili a gemme.
Nocciolo od avellano, “noselar” o “noseler” in dialetto trentino, appartiene alla famiglia delle Betulacee. Il nome botanico è Corylus Avellana, deriva dal greco antico “kopic” che significa “elmo” con riferimento alla tipica forma dei gusci delle nocciole. “Avellana” deriva letteralmente da Avella, località in provincia di Avellino famosa per la produzione di nocciole sin dall’epoca romana.
Il nocciolo riveste un ruolo importante nella costituzione di boschi cedui di collina e dell’orizzonte montano, rifugge le aree mediterranee più calde ed aride. Preferisce terreni calcarei, ben drenati, fertili e semi-ombreggiati. Ama radure e margini, può formare boschetti pionieri su terreni freschi pietrosi in consociazioni con aceri campestri e pioppi tremuli.
Alto fino a 4-5 metri, è specie monoica. La fioritura avviene come si diceva dalla fine di gennaio a marzo a seconda dell’altitudine. Quest’anno si riscontra un leggero anticipo della fioritura date le condizioni climatiche. È una pianta con elevata attitudine pollonifera, crescita rapida e portamento cespuglioso.
Il legno di nocciolo è molto flessibile, elastico e leggero. Fin dall’antichità veniva usato per costruire ceste, gerle, recinti ed utilizzato come “bacheta” per fagioli rampicanti.
Vengono coltivate numerose varietà da frutto in zone di produzione specializzate quali Piemonte, Campania, Lazio e Sicilia.
Nei giardini troviamo numerose cultivar ornamentali a portamento “contorto”, a portamento tortuoso e varietà a foglia rossa porporina.
La tradizione celtica attribuisce al nocciolo poteri di svelare “ciò che è nascosto”. I rabdomanti etruschi utilizzavano un semplice ramo di nocciolo, flessibile ed a forma di forcella, per ricercare le falde acquifere sotterranee. E che dire poi delle bacchette magiche…
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