Il coraggio di saltare oltre la propria ombra

I vescovi austriaci in piazza San Pietro. Foto © Paul Wuthe/Kathpress

È passato più di un mese dalla visita “ad limina Apostolorum” dei vescovi austriaci. Si era conclusa il 16 dicembre, alla vigilia del compleanno di papa Francesco, con tanto di torta Sacher e canto augurale, in occasione di un’udienza durata due ore, presenti tutti i membri della Conferenza episcopale austriaca, guidati dall’arcivescovo di Salisburgo, mons. Franz Lackner. Temi di interesse ecclesiale, ma anche la stretta attualità al centro dell’attenzione. “La gioia della nostra visita alla Città eterna, alle tombe degli Apostoli e al nostro Santo Padre Francesco è oscurata dalla recente ondata di attacchi russi alle infrastrutture civili dell’Ucraina”, ha dichiarato Lackner. “Il nostro legame con l’Ucraina e con tutti coloro che soffrono a causa della guerra non si basa solo sulla storia dell’Austria, ma anche in modo abbastanza generale e universale sull’umanità del qui e ora”.

Franz Lackner ha partecipato a una visita ad limina ormai per la terza volta. Questa, ha rivelato, è stata quella dai risvolti più pastorali e, in termini di clima, la più umana. “Non è stato difficile illustrare ciò che muove noi e la gente in Austria, e abbiamo avuto l’impressione per tutto il tempo che quello che abbiamo detto è stato ascoltato”.

Simili le considerazioni del cardinale Christoph Schönborn. Durante la visita, dichiara all’agenzia KathPress, ha vissuto un clima come mai prima d’ora, un clima che proviene da papa Francesco e si ripercuote anche sui dicasteri in Vaticano. “Abbiamo sperimentato un’enorme apertura, cordialità e disponibilità all’ascolto e allo scambio. Questo è certamente un effetto di Francesco”.

Il vescovo di Klagenfurt, Josef Marketz, tornato in diocesi ha parlato di giorni di incontri speciali, di un nuovo stile in Vaticano e della lunga conversazione col Papa. “Non ci siamo assolutamente limitati a temi piacevoli, abbiamo affrontato anche questioni difficili e controverse”. I vescovi hanno riferito dei temi più scottanti emersi nel percorso sinodale, come il celibato, la predicazione dei laici, la benedizione delle persone omosessuali, il diaconato delle donne e altri temi “caldi”.

“Nel corso di questo cammino, non abbiamo incontrato un muro, ma siamo stati in grado di avere discussioni molto aperte. Il Vaticano è ben consapevole delle preoccupazioni della Chiesa in Austria e le raccoglie anche con grande comprensione pastorale”. Su molte questioni, ha detto Marketz, i vescovi sono stati incoraggiati a cercare una propria strada. “Chi si aspettava risposte semplici e veloci dal Vaticano è rimasto forse deluso – perché molte cose hanno ancora bisogno di tempo. Ma il modo in cui sono stati affrontati questi argomenti e il modo in cui siamo entrati in dialogo con gli altri mostra un nuovo stile in Vaticano”, ha ribadito il vescovo carinziano.

Mons. Marketz è rimasto particolarmente colpito dal colloquio di due ore dei vescovi con Francesco. Il Papa ha sottolineato la “forza positiva del messaggio evangelico”. Le Sacre Scritture, ha detto, non sono un “catalogo di divieti”, ma portano al mondo speranza e fiducia. “Il Papa riesce sempre, in modo impressionante, a sottolineare la forza della fede, ma anche a viverla. In questo è un modello per tutti noi”.

Francesco, ha raccontato Marketz in un’intervista ripresa sul sito della Conferenza episcopale, vuole essere un “buon pastore” e ha invitato anche noi suoi ospiti a essere coloro che portano il Vangelo alle persone come una buona notizia, senza moralismi e senza dover “dire alle persone quanto sono cattive”. Al tempo stesso, il Papa è “anche prigioniero di dogmi e leggi” che non vuole semplicemente cambiare, ha detto Marketz. Ma quando la situazione richiede di scegliere tra la legge e il cuore, i membri della Chiesa devono avere ben chiaro che “Dio ama questa persona, anche se ha fatto tutto sbagliato”. È importante comprendere le preoccupazioni dell’altra persona. L’esortazione di Francesco ai vescovi: “Dovete avere il coraggio di saltare oltre la vostra ombra” e di far sì che le persone possano cogliere la bontà di Dio.

Da un colloquio come questo, conclude il vescovo carinziano, si esce “incoraggiati”. Certo, resta anche “una tensione nel cuore, ma nessuno può togliertela, a meno che tu non sia una persona che fa sempre e solo quello che le impongono le leggi e tutto il resto ti sia indifferente”.

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