Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana, vive giornate drammatiche: 200 inumazioni al giorno di media negli ultimi giorni, ospedali saturi, persone che muoiono in casa o non ricevono un adeguato trattamento perché è finito l’ossigeno. Da Manaus il racconto del missionario trentino padre Fausto Beretta, comboniano.
Forse saprete qualcosa della situazione di Manaus, nell’Amazzonia brasiliana, dove è cresciuto il numero dei contagiati da coronavirus e dei morti: in questi giorni tv, radio, giornali ne parlano. Purtroppo è una vera tragedia. Noi siamo sempre chiusi in casa, ma mi chiedo se è questo il mio posto, mentre fuori soffrono e muoiono tanti animatori e animatrici di comunità. Ci vuole pazienza. Sotto la neve e la brina nascono le viole, dicevano i nostri vecchi. Manaus è rimasta senza ossigeno. Sono più di 200 i morti ogni giorno.
“La situazione è caotica, il sistema sanitario è collassato. Quando le persone che ottengono un letto in terapia intensiva poi muoiono per mancanza di ossigeno, si deve dire che siamo stati abbandonati”, ha detto all’agenzia Sir l’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Ulrick Steiner. “Quando uno Stato inizia a portare in altri luoghi i suoi cittadini malati, significa che abbiamo perso il controllo della situazione. Ciò che preoccupa è l’insensibilità del Governo, la mancanza di operatività nei confronti dell’assistenza alle persone che hanno necessità di essere ricoverate”. E ha accusato: “Non c’è stata una politica chiara in relazione alla lotta alla pandemia. Molte persone, anche i leader dell’Esecutivo nazionale, vivono di negazionismo, vivono come se il virus colpisse solo gli altri”.
In un video diffuso nei giorni scorsi il presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), dom Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte, rilanciando l’appello dei vescovi della Regione Norte 1 della Cnnb, ha detto che “la gravissima situazione nella città di Manaus è un appello urgente per i cristiani e per tutte le persone sensibili alla sofferenza degli altri, è il tempo di portare aiuto”. Dom Oliveira de Azevedo ha aggiunto che i vescovi brasiliani si adopereranno per portare ossigeno agli ospedali della capitale dell’Amazzonia, ma ha anche chiesto a dirigenti d’azienda, imprenditori e classe politica di collaborare ed essere solidali. E ancora una volta, come aveva già fatto più volte nelle ultime settimane, ha rinnovato la richiesta di vaccinazione urgente e denunciato “gli speculatori che traggono profitto dalle perdite altrui”. L’aggravarsi della pandemia in tutto il Brasile mostra, ha sottolineato, “la fragilità della pianificazione nelle azioni del potere pubblico”.
Della situazione di Manaus ha parlato anche dom Erwin Krautler, vescovo emerito della Prelatura dello Xingu e presidente di Repam Brasile, la Rete ecclesiale panamazzonica, per appoggiare e rilanciare le pressanti e angoscianti richieste al governo di fornire “immediatamente” bombole di ossigeno agli ospedali di Manaus e dell’Amazzonia: “Ho sentito un medico, in un ospedale, piangere ed esprimere la sua disperazione per la mancanza di ossigeno”. E ha aggiunto, parlando anche a nome del cardinale Claudio Hummes, presidente della Commissione episcopale dell’Amazzonia: “Non è possibile che il Brasile dimentichi il popolo dell’Amazzonia in un’ora così difficile e si copra le orecchie di fronte al grido di coloro che stanno morendo, delle loro famiglie e degli operatori sanitari, che non possono prendersi cura dei malati per mancanza di ossigeno e assistono passivamente al fatto che i malati muoiono asfissiati per mancanza di ossigeno, in condizioni terribili”.
Con l’aggravarsi della situazione e con il collasso del sistema sanitario della capitale dello Stato di Amazonas, la ripresa delle attività del Seminario arcidiocesano São José, che accoglie i candidati al sacerdozio delle Diocesi di Amazonas e Roraima, è stata sospesa fino a quando non ci sarà sicurezza per gli spostamenti dei seminaristi attualmente in vacanza nei vari Comuni dello Stato.
L’Amazzonia, sottolinea una nota della Regione Norte 1 della Cnnb, è stata sempre vista come fonte di risorse dal governo federale, un atteggiamento che è aumentato negli ultimi tempi, soprattutto durante la pandemia Covid-19, in cui la mancanza di controlli ha facilitato lo sfruttamento illegale delle materie prime, l’aumento degli incendi per il disbscamento e l’inquinamento ambientale. A scapito delle popolazioni locali e dei loro diritti. Di fronte a tutto ciò, dom Erwin Krautler ha gridato: “Per amore di Dio, l’Amazzonia è il Brasile. Svegliatevi, le persone che vivono qui vogliono sopravvivere a questa pandemia!”.
La Costituzione federale e la Costituzione dello Stato di Amazonas affermano che la salute è un diritto di tutti e un dovere dello Stato. Il governo (federale e statale) dovrebbe garantire il diritto di essere curati. I cittadini hanno il diritto di avere l’ossigeno negli ospedali, cliniche, unità di pronto soccorso, il vaccino.
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