Nel 1932 erano state fabbricate sette caserme nella zona di Cristo Re (oggi Corso degli Alpini) su un’area di 32 mila metri quadrati. Erano destinate per l’appunto alle truppe alpine. Furono intitolate a Cesare Battisti. Negli anni Sessanta, i fabbricati furono adattati a edilizia civile e vi furono ricavate abitazioni popolari. Resistono, sia pure ridimensionate, le caserme dell’Esercito Italiano: la “Cesare Battisti” in via Clarina (2° Reggimento Genio Guastatori) e la “Pizzolato”, in via delle Ghiaie, con il Comando delle Truppe Alpine. Nelle ex caserme “Damiano Chiesa”, in via al Desert, nel corso del 2016 sono stati alloggiati oltre 450 profughi del sud del mondo.
Prima della Grande guerra, a Trento, c’erano caserme militari austro-ungariche in via Perini, in via S. Martino (furono abbattute per far posto, nel 1933, alle scuole elementari Sanzio); nell’ex convento delle Laste; nel convento di San Lorenzo, perfino nella chiesa di S. Maria Maddalena.
Ma la zona maggiormente gravata da servitù militari fu il quadrilatero fra via Grazioli, via Giovanelli, via San Bernardino. Urbanizzate fra il 1877 e il 1891, oltre al Tribunale e alle carceri (1881) vi fu costruita la caserma “Madruzza” (1883). Pochi anni dopo fu affiancato l’ospedale militare (1891). L’edificio, di fronte alla casa di cura delle Camilliane, fu abbattuto nel 2015 per ricavarvi un parcheggio. La nuova strada, oggi chiamata via Brigata Acqui, fu detta “via delle Caserme”.
E poiché le caserme erano di proprietà comunale, finché il Trentino fu territorio austriaco, gli edifici dovevano essere mantenuti efficienti a spese della municipalità.
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