Il mondo deve funzionare, ci vuole sicurezza altrimenti la vita è un supplizio
Quei 40 giorni e 40 notti sul monte della Tentazione dove Gesù è obbligato a rinunciare a disponibilità economiche, effetti speciali e potere politico per fare da Messia ben riuscito mi stanno proprio sullo stomaco. Ma pazienza. Capisco che una lezione di correttezza morale e di buon servizio al bene pubblico bisognava pur darla non fosse altro che a troppi politici di oggi. Se fossi stato in Lui avrei ascoltato Pietro che lo dissuadeva dall’idea eccessiva e fallimentare di morire per noi. Strategia che si sta rivelando palesemente inutile e controproducente. L’idea di salire in croce o di far finta di salirvi, magari con l’aiuto di una controfigura, secondo qualche vecchia intuizione eretica o variazione successiva di Maometto, avrebbe potuto essere redditizia. Ancor più, in extremis, quando gli dicono: “Scendi e ti crederemo!” mi sarei aspettato un’impennata di volontariato da parte delle celebrate 12 legioni di Angeli con un determinante compito da deus ex machina. Temo che un’occhiataccia del Padre le abbia fulminate e trattenute a piedarm. A quel punto, comprendo, ne andava dell’onore e bisognava che tutto fosse compiuto e il Cristo abbandonato. “Così Dio ha amato l’umanità da consegnarci il suo Figlio, l’Unigenito”. Capisco che questo segno di condivisione con la nostra vita tribolata e la nostra realtà penosa conquisti molti di noi alla fede in Lui. Però, a questo punto, se avesse incaricato uno spirito competente di fare un sondaggio di opinione su qualsiasi piccolo o grande campione di noi umani, gli avremmo risposto che bastava quanto aveva fatto e non occorreva si disturbasse altro. “Uomo avvisato mezzo salvato”. Chi voleva averla capita, bene, e per gli altri era giunto il momento delle maniere forti. Senza dubbio gentile da parte della Divina Giustizia e Misericordia averci preavvertiti con le buone e a spese del Cielo. Ma ora basta misericordia, era ora di giustizia. Che Messia è quello che fa presa su una piccola minoranza di volonterosi e lascia il mondo, quasi come prima, in preda a guerre, malattie e soprusi di ogni genere? Misericordia una volta e giustizia sempre! Fatta leva, per intenerire, sulla Passione e Morte e sullo stupore della Resurrezione ora è il momento di prender sul serio l’Ascensione al Cielo con il Figlio dell’Uomo assiso alla destra del Padre. Alla destra del Padre il compito dovrebbe essere quello di esercitare il Potere: i primi posti ai buoni ma per ogni disobbedienza il castigo. Ci sono i Comandamenti, ancora di Mosè, e chiari precetti della Chiesa e molte giudiziose e doverose leggi civili: siano osservate! E chi non lo fa sia messo a posto! Il mondo deve funzionare, ci vuole sicurezza altrimenti la vita è un supplizio e che figura ci fa Dio col suo Cristo e noi che gli crediamo? Occorre che ciò avvenga prima del Giudizio finale, pena il fallimento del “E il Signore vide che tutto ciò era molto bello”. Neppure un Sindaco o un Questore possono tollerare ed esser tollerati se in un Comune spadroneggiano la criminalità organizzata, il teppismo, i ladri di appartamenti, il bullismo e l’incuria delle buche sui marciapiedi e dei cornicioni pericolanti. Il Giudice, l’Onnipotente risolva !Incontro un amico e mi sento dire: “Quando la smetterai con questo tuo piangerti addosso? Non sapevi che il Signore ci tratta da figli alla pari e ha consegnato a noi il mondo e il suo futuro e il nostro avvenire? Lui ha fatto il 50% e lascia a noi il rimanente 50. O forse si tratta di 99 e 1%.”Crescete e moltiplicatevi e gestite la terra”. Non ci tratta da principini viziati o da figli di papà. E non è il burattinaio o il conduttore di robot. Siamo affidati a noi stessi da una forte mano paterna. Dipende da noi come ci educhiamo, diamo esempio, ci sosteniamo secondo Cristo. E’ un lavoro in solido, dicono i giuristi. Siamo psicopedagogisti reciproci, giochiamo in squadra: l’errore di uno viene compensato dall’altro. Iniziamo da bambini e ci vien dato il tempo per diventare adulti. La sua pazienza di artista non è coronata nell’infanzia o nell’adolescenza ma su tutto l’arco della vita. Questa nostra attuale fase terrena è appena un laboratorio di ricerca, stiamo sperimentandoci per diventare figli di Dio, uomini in pienezza, e ci lascia questo onore e dignità. Si ostina a non scendere dalla Croce e a non esonerarci dalle croci. Come una maestra non fa i compiti per gli scolari, la mamma non si stanca di pulire le estrinsecazioni del bimbo, l’educatore di accompagnare, il medico di curare, l’allenatore di comunicare strategie. E’ calmo di fronte alle traversie del mondo ed ha fiducia in noi. Non dice: “Venite benedetti del Padre mio perché avevo fame e mi son trovato da mangiare per me e per voi”. Bensì afferma: “Venite benedetti del Padre mio perché avevo la vostra fame e voi mi avete dato da mangiare!”. E questo fino alla fine del mondo quando sarà finita la nostra crescita. Ci aiuta da dentro. Rimane in croce come l’Uomo per gli altri perché attingendo da Lui diventiamo uomini per gli altri. Ci educa a diventare creatori e salvatori come Lui. Chi rimane chiuso in se stesso, nel proprio egoismo, rimane nel sepolcro e non risorge in questo mondo e neppure nell’altro. Non è compito dell’allenatore segnare goal! Quale regista pone l’”happy ending” alla fine del primo tempo? Uno sportivo taglia il traguardo alla fine della prova. La squadra vincente riceve la coppa a gara conclusa. Un grazie all’amico e alla sua correzione fraterna!
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