Quella dei nati fra il 1995 e il 2010 è detta la “Generazione Zeta”, chiamata anche centennials per richiamare quel suo essere a cavallo fra Novecento e Duemila. È la generazione che più di tutte si destreggia fra i social e all’interno del vasto mondo delle piattaforme web, conoscitori di quell’ambito comunicativo che, a partire dagli anni Novanta, ha finito per rivoluzionare il costume nel nostro Paese e nel mondo.
Un nuovo modo di mettersi in relazione e condividere che ha cambiato nel profondo abitudini, modi di rapportarsi con gli altri, condizionando anche la politica e lo stesso mondo dell’informazione. Un cambiamento epocale, che ha determinato un prima e un dopo. Come molti cambiamenti, soprattutto questo molto difficile da interpretare per le generazioni che sono arrivate prima e che erano abituate a strumenti di comunicazione e di socializzazione molto differenti. L’interpretazione risulta ancora più difficile perché l’avvento soprattutto dei diversi social, riguarda cambiamenti nel modo di relazionarsi e nelle forme del comunicare che impattano e condizionano direttamente la vita e le abitudini di tutti. C’è questo, ma anche molto altro, in “Generazione Z”, il programma che Monica Setta, giornalista e scrittrice, da sempre attenta agli aspetti sociali e di cronaca, conduce su RaiDue il giovedì in terza serata.
Tutto rivolto qui a raccontare la generazione dei giovanissimi, partendo dai tanti temi di attualità: dall’ecologia al lavoro, dall’amicizia alla solidarietà, arrivando alla politica. Con una domanda su tutte: che posto occupano questi grandi temi dentro il mondo dei giovani? E così il dialogo fra generazioni diventa la cifra di questo programma: gli ospiti in studio discutono con i giovani, così da far emergere, attraverso il confronto, i diversi punti di vista.
C’è sicuramente bisogno di una televisione che sappia mettere in dialogo, che sappia creare occasioni di approfondimento e, in particolare, favorire l’incontro fra le diverse generazioni. La trasmissione di Monica Setta punta a questo e la formula introdotta dimostra nei fatti che una televisione capace di aiutare a comprendere i molti cambiamenti di questi anni, a partire proprio dall’ascolto e dalla riflessione dei più giovani, è possibile. Il tutto grazie anche ad un approfondimento a “più voci”.
Lascia una recensione