Mette nostalgia prendere in mano e leggere il libro illustrato “Il piccolo giardiniere” (Storiedichi Edizioni; età 5+), una storia pubblicata per la prima volta nel 1985 dalla casa editrice svizzera NordSüd-Verlag e portata solo adesso in Italia. Nostalgia, perché è esempio della quasi unica tipologia di libri illustrati per bambini a disposizione prima della grande diffusione degli albi, che per la loro peculiarità narrativa rappresentano una prodotto editoriale diverso, e che hanno in parte nascosto le potenzialità dei classici libri con le figure.
La storia racconta di un piccolo giardiniere che ama il suo giardino spontaneo e un po’ incolto, ma ricco di fiori e di erbe di diverso tipo: margherita, dente di leone, trifoglio, un cespuglio di sambuco, un ciliegio… Il suo amore per le piante gli permette di lasciarle crescere in libertà che non è, però, disordine. Il piccolo giardiniere parla ai suoi fiori e i fiori parlano a lui, come anche gli uccelli e gli insetti. Un giorno una piccola margherita gli confessa che le piacerebbe essere nell’ordinatissimo e ricchissimo giardino del vicino insieme ai gigli e alle rose. Dopo tanta insistenza, una notte il piccolo giardiniere scavalca il muro e va a piantare la margheritina in mezzo al prato rasato del vicino in un posto ben esposto al sole.
I fiori del nuovo giardino non lanciano neanche uno sguardo alla piccola piantina, solo il proprietario se ne accorge e, sdegnato per la sua presenza fuori posto, la sradica come un’erbaccia e la butta sul mucchio del compost. Dove, disperato, il piccolo giardiniere la va a recuperare e la ripianta con amore nel suo prato.
Questa è una storia semplice, senza pretese, se non quella di riproporre con dolcezza la considerazione del detto popolare che l’erba del vicino non è sempre la più verde. Una storia ben scritta e delicata anche nelle illustrazioni che con i tratti morbidi e i colori pastello ben sanno mettere in contrapposizione i due giardini e i loro proprietari. Un libro che, non esplicitando – giustamente – la morale, lascia che sia il lettore a fare la sua riflessione. La domanda da fare ai giovani lettori non è, infatti, qual è il messaggio che possiamo trarre da questo libro, ma che emozioni ha suscitato. Ciò significa fidarsi del loro sentire e della loro intelligenza.
Infine, visto che all’inizio si parlava di nostalgia, non può mancare un accenno a un altro libro illustrato dallo stesso titolo, creato da Eric Battut, “Il piccolo giardiniere” (Bohem, 2010; età 5+). Un’altra dolce storia di un giardiniere non più alto di un dito che con le sue cure, con il suo amore e le sue parole, rende rigoglioso e meraviglioso il giardino del re. E, come le piante fioriscono al suono delle parole del giardiniere, così giorno dopo giorno cresce l’amore impossibile della principessa per lui.
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