Perché è stato posto nella nostra vita? E' una prova? Un castigo? Un capriccio della Natura?
Dolore: "Sensazione fisica penosa o stato di sofferenza spirituale".
Perché è stato posto nella nostra vita? E' una prova? Un castigo? Un capriccio della Natura? Qualcosa di positivo? Va cercato? Deve essere offerto come espiazione? Può essere offerto come segno di amore?
Nell'animale tutto avviene al presente. La sua memoria è interamente a servizio del presente. La sua ansia non è per il futuro ma tutta qui ora con qualche ricordo-monito su sofferenze passate. Per noi il dolore c'è sempre: quando c'è perché c'è e quando non c'è perché temiamo arrivi e non sappiamo in quali vesti verrà.
E viene il Dolore, almeno quello fisico, per malattia, per incidente, per intervento chirurgico, per errore proprio o di altri. Consolato, perfino leccato, come al povero Lazzaro,da lingue di cani, acuito da veleni, curato da farmaci impegnativi. Talvolta, specie quello morale, dona una svolta decisiva e vincente alla vita. Oppure infligge il colpo mortale.
Può essere offerto? Forse più ricco di amore di una preghiera tranquilla?
Gesù l'ha scelto come via per annunciare la tenerezza del Padre verso di noi. Ma non in sé: "Se possibile passi da me questo calice!".
Ha certo una elementare funzione segnaletica. Mi segnala fuoco, gelo, ambienti da evitare, decisioni da correggere. Piccolo danno per scongiurarne uno maggiore. Particolarmente utile per bambini o altri soggetti sprovveduti.
In sé è un non valore, pura negatività, come fame, sete, stanchezza, disagi di coscienza, freddo, dubbi, paure. E funziona come il rimprovero di un genitore, un voto negativo, la reazione di una persona cara, il fallimento di un tentativo, un dente che inizia a guastarsi, un sintomo come di dolenza che mi suggerisce un esame medico, un rifiuto in società che denuncia un mio modo inadeguato di presentarmi e relazionarmi, una derisione ricevuta per una sprovvedutezza.
Il Verbo ha posto il dolore nel parto di mia madre, nel travaglio dei popoli, nella corruzione della società ed in ogni altra realtà. Perché? Per educarci alla responsabilità del creato? Per farci crescere e maturare? Per insegnarci solidarietà? Per suscitare amore e renderlo credibile? Per farci affacciare al mistero e aprirci nuovi orizzonti? Il male risulti beffato diventando occasione di bene? Resta però e perciò da combattere, contrastare, ridurre. Per informazioni rivolgersi al Samaritano di turno sulla linea Gerusalemme-Gerico.
Benedetto dolore!? Grazie dolore!? Ma punto e basta. Non ti vado a cercare. Per quanto mi riguarda posso sobbarcarmi una quota di dolore per sollevare una persona in qualche modo cara e troppo provata. Posso accettarti come effetto collaterale dovuto ad un gustoso impegno sportivo, culturale, professionale, familiare. Una tassa per un guadagno, un traguardo che mi compenserà. Un investimento in qualche modo redditizio. Un addestramento impegnativo per un'impresa spaziale o giù di lì. "Taglia la mano, cava l'occhio". Rinuncia in vista di un bene maggiore. Una ginnastica correttiva.
Dolore: quanto mi resti mistero. Tu, forse l'unico motivo di dubbio per il credente. Tu che ci ostacoli Dio mentre il Padre non ti ha cancellato.
Sei una delle sue creature o una delle sue apparenti assenze? Egli ci avrebbe creati senza lasciarti in mezzo a noi? Resti un rompicapo che si svelerà quando "vedremo Lui come Egli è".
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