“Xe Suo ‘sto can?” (Jackson, un griffoncino di Bruxelles). “Mio”. “Alora Lei dev’essere Claudio Magris!”, deduce la signora triestina acculturata in utroque: cinofilia e letteratura contemporanea. “Ora anch’io, grazie a Jackson, so chi sono”, conclude Claudio Magris… (vedi Corriere della Sera, venerdì 2 ottobre, p. 47).
Esser riconosciuti per merito del proprio cane! Essere ritrovati, ritrovarsi attraverso una strana e non del tutto gloriosa mediazione!
Che sia il cane, la provenienza, la professione o perché sei figlio, coniuge, genitore di qualcuno!
Sdoppiamento o unità? Bypass! Bene o male è un riunificarti, un tenue riprender coscienza di chi sei.
E’ un “Torna a casa Lassie” (per restare in tonalità canina). Con quel gioco interiore di non sapere se davvero sei in vena di tornare a casa , in te, o se segretamente agogni di allontanarti di più.
Leone Tolstòj vagava a lungo pur di non rientrare sotto l’inquietante tetto coniugale.
Mille cani, hobbies, capitali, piaceri, successi e cariche non mi bastano mai. Li moltiplico pur di non rientrare in me a rischio di incontrare la mia Ombra. La parte di me scontenta, sconosciuta, bisbetica, perfezionista, esigente, oscura e sola. Come vorrei distruggerla prima di rientrare. E dietro la porta di casa, il bambino che ero e che sono piange, incerto tra il timido diritto di esprimersi per trovar conforto e il presunto dovere di soffocare per non esser rifiutato. E dietro la stessa porta di me l’Altro, rispettoso, attende, sempre fedele a me. L’Altro che è l’opposto della mia Ombra e più fedele di me a me. Umbratile ma non ombroso.
Esco e non rientro. Lui abita, instancabile, a casa mia, attende per accogliere e nutrire, benedice. Dice bene. Dice il bene che sono. Dice bene di me che sono: il terminal del suo bene. Un entusiasta paziente. Un ottimista realista. Un innamorato senza condizioni. Saggio senza pedanterie, un amico che coglie ed accoglie ogni paura e confusione.
Lui, senza solitudine, attende di ospitare la mia solitudine. Questa mia solitudine che disperatamente opera per far scomparire se stessa e da sola non ci riesce. Infinito nel numero e profondità delle sue relazioni avvolgerebbe in un abbraccio il mio essere “Non relazione”. Se glielo permettessi.
“Poiché esiste l’Icona della Trinità, quella del Rubliev (il capolavoro dell’arte russa) – dice un nostro fratello d’Oriente – Dio esiste” ed è tenerezza.
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