“Urge un’azione coraggiosa per combattere la povertà globale”
Per combattere la povertà globale, assicurare assistenza sanitaria a tutti gli uomini, prevenire i cambiamenti climatici, garantire la pace e la sicurezza sulla terra, occorre “un’azione forte e decisa”: lo affermano i presidenti delle Conferenze Episcopali dei paesi del G8, in una lettera indirizzata ai leader dei paesi più industrializzati, che si incontrano dal 6 all’8 giugno a Heiligendamm, in Germania.
A firmare l’autorevole missiva sono stati il Cardinale Karl Lehmann, Vescovo di Mainz e Presidente della Conferenza Episcopale di Germania; Mons. André Gaumond, Arcivescovo di Sherbrooke, Presidente dei Vescovi del Canada; il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux, Presidente della Conferenza Episcopale di Francia; Mons. Augustinus Jun'ichi Nomura, Vescovo di Nagoya, Presidente dei Vescovi del Giappone; Mons. Joseph Werth, Vescovo di Novosibirsk, Presidente della Conferenza Episcopale della Federazione Russa; il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo di Westminster, Presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles; Mons. William S. Skylstad, Vescovo di Sposane, Presidente dei Vescovi degli Stati Uniti.
Nella lettera si riconoscono alcune lodevoli iniziative e i passi avanti compiuti dai leader del G8: nella riunione del G8 di Gleneagles, tenutasi in Scozia nel 2005, i leader si impegnarono a devolvere entro il 2010 ai paesi in via di sviluppo 50 miliardi di dollari l’anno, la metà dei quali destinati all’Africa.
Ma i Vescovi fanno anche notare che nel 2006 gli aiuti dei paesi industrializzati sono rimasti invariati; per questo ricordano “l’obbligo morale di mantenere le promesse”: “Vi sollecitiamo ad agire tenendo conto degli obblighi morali che condividiamo per il benessere di ogni persona umana, ma anche perché sostituire la disperazione con la speranza in Africa porterà a un mondo più sicuro per tutti”.
Tra i temi segnalati dai Vescovi, che meritano maggiore attenzione su cala planetaria, vi sono: la diffusione e la lotta all’Aids; la tutela del Creato, le questioni relative ai cambiamenti climatici e all’effetto serra, nel rispetto delle risorse naturali; l’istruzione come bene da garantire ad ogni uomo per dare pari opportunità di sviluppo; fra le crisi umanitarie, in particolare quella della regione sudanese del Darfur, richiederebbe un intervento pacificatore e un periodo di cooperazione per la ricostruzione.
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